GdP

Il GdP dagli anni '30 ad oggi

Quali sono state le tappe salienti della vita del Giornale del Popolo (GdP), glorioso quotidiano cattolico ticinese? Gli anni ’30 del secolo scorso furono un momento difficile, tra le due guerre, con il sorgere e il consolidarsi delle vicine dittature in Germania e Italia. Alla guida del GdP c’era l’allora giovane direttore Alfredo Leber (1902 – 1983) che porterà avanti il quotidiano attraverso, praticamente, buona parte del secolo scorso, per oltre 50 anni. Durante la II Guerra mondiale, soprattutto dopo il 1943, il giornale segue le indicazioni del vescovo di Lugano di allora, mons. Jelmini, che voleva una Chiesa cattolica e le sue organizzazioni protese a sostegno dei profughi e dei rifugiati in arrivo dall’Italia. Tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60  la guida dinamica di don Leber fece sentire i suoi effetti: venne acquistata proprio dal Giornale del Popolo la prima rotativa moderna del Ticino (1960) che facilitò la compilazione delle notizie e la velocità della loro pubblicazione. Sempre in quel periodo don Leber assunse molti giovani giornalisti quotati, che faranno la storia del quotidiano. Un’altra novità sarà l’apertura di sedi regionali del quotidiano a Locarno, Mendrisio, Bellinzona e Valli che andarono a completare il lavoro della sede centrale di Lugano. La scelta di Leber fu strategica: il GdP divenne il giornale del territorio, con un’attenzione alle «storie di casa» della gente comune. Don Leber aprì il giornale anche ad un’informazione non solo politica e religiosa, ma pure culturale, sportiva, economica e altro ancora. Vennero introdotte –ad esempio- molte pagine dedicate alla cronaca sportiva regionale e locale. (continua)

5 Giugno 2018 | 14:52
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