L'ingegnere Armando Grandi, vice presidente della Fondazione Renato Grandi.
Ticino e Grigionitaliano

Il cuore immenso dell’ingegnere ticinese Armando Grandi

La storia che raccontiamo oggi è una storia di amore che parte da Lugano e che grazie agli incontri vissuti arriva in tante zone povere del mondo. È una storia che ha saputo trasformare la tragedia da cui ha avuto origine in qualcosa di straordinario che da anni continua a portare frutto. Protagonista è Armando Grandi, ingegnere ticinese oggi 93enne, padre di quattro figli di cui il più giovane, Renato, morto in un incidente stradale nel 1988. È da questa disgrazia che colpisce duramente la famiglia Grandi che Armando decide di creare una fondazione a suo nome: «tutto è nato – ci spiega l’ingegnere –  con l’idea di fare il possibile per aiutare i bambini bisognosi, come viene sottolineato anche nello statuto della fondazione». Diversi progetti, realizzati anche grazie alle tante donazioni ricevute, sono legati alla costruzione di acquedotti o alla purificazione dell’acqua, «uno degli elementi fondamentali per la salute di tutti e in particolare in certe zone dell’Africa in cui manca completamente o dove ha bisogno di essere purificata». Il primo progetto, in collaborazione con la fondazione Acra di Milano, è dunque la costruzione di un acquedotto in Tanzania fondamentale per la popolazione. È qui che il sig. Grandi conosce don Tarcisio Moreschi, «un missionario italiano che mi fa scoprire la drammatica condizione dei bambini orfani». Dal loro incontro nasce così il desiderio di un nuovo progetto che presto diventa realtà, ovvero «la costruzione di un innovativo orfanotrofio suddiviso in dieci piccole case, ognuna destinata ad accogliere una decina di bambini con una religiosa a cui sono affidati».

Gli operai in Guinea Bissau davanti alla struttura pediatrica da loro montata. (Foto dal sito fondazionerenatograndi.ch)

Un altro grande progetto è quello concretizzato in Congo, in seguito all’incontro con Rosanna Pozzi Graf, presidente della Fondazione Bambini per il Congo: «qui abbiamo realizzato una operazione davvero importante per salvare la popolazione di un villaggio da una grave malattia che colpiva in particolare i bambini». Konzo, questo il nome della malattia, è una forma di paralisi spastica causata dal cianuro rilasciato dalle piante di manioca, alimento base della popolazione, che non venivano lavate adeguatamente. «Sfruttando l’energia di un fiume a dieci km dal villaggio abbiamo così costruito un semplice acquedotto: è bastata l’introduzione di questa opera per far sparire totalmente il konzo».

Così, dopo queste esperienza, si sono succedute quelle in Ciad, in Honduras, in Burkina Faso, fino ad arrivare all’ultimo grande progetto in Guinea Bissau: una struttura pediatrica che verrà inaugurata proprio oggi, realizzata grazie alla collaborazione dell’ingegnere Grandi con il dottor Giovanni Pedrazzini (coprimario del cardiocentro di Lugano): «è stato lui a farmi conoscere la realtà di questo paese africano molto povero di cui io non conoscevo l’esistenza, dove da anni il dottor Pedrazzini opera per curare i bambini cardiopatici. Così quattro anni fa abbiamo iniziato i lavori per un piccolo centro di assistenza pediatrico che è bastato, in poco tempo, per diminuire notevolmente le malattie e far scendere la mortalità infantile ancora troppo elevata. Entusiasti di questo primo progetto, siamo partiti con la realizzazione di un centro pediatrico più importante. Grazie alla collaborazione di tante persone e sotto la guida tecnica del dottor Pedrazzini siamo riusciti a costruire una struttura di grande qualità» che è operativa dal 3 gennaio e che è stata inaugurata ufficialmente sabato 15 febbraio alla presenza dell’ingegnere Armando e di tutte le persone che ne hanno reso possibile la realizzazione. «Durante i lavori ci siamo però accorti che in questo paese era presente solamente un unico pediatra: era come avere una Cattedrale senza i sacerdoti con cui dire le messe. Abbiamo così deciso di formare nuovi specialisti: l’unico pediatra presente ha scelto tre giovani medici che abbiamo mandato a Cuba per poter conseguire la specializzazione di tre anni in pediatria».

I giovani pediatri.

Per rimanere aggiornati o per effettuare donazioni visitare il sito www.fondazionerenatograndi.ch

Silvia Guggiari

L'ingegnere Armando Grandi, vice presidente della Fondazione Renato Grandi.
17 Febbraio 2020 | 12:25
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