Papa e Vaticano

Il caso del cardinale Becciu: la conferenza stampa

agenzie/red

Giovedì 24 settembre Papa Francesco ha accettato le dimissioni del cardinale Giovanni Angelo Becciu dall’incarico di Prefetto della Congregazione delle cause dei santi e dai diritti connessi al cardinalato. Secondo quanto hanno ricostruito i giornali finora, la decisione di Becciu sarebbe legata alla grossa inchiesta sulle operazioni finanziarie della Segreteria di Stato partita circa un anno fa. Tra le altre cose l’inchiesta riguardava l’acquisto da parte del Vaticano di un immobile di lusso a Londra. L’acquisto avvenne nel 2014, quando Becciu era Sostituto alla Segreteria di Stato della Santa Sede. Ora però il caso si sta allargando e dai documenti che ha potuto visionare l’Espresso sembrerebbe che Becciu abbia sottratto i soldi provenienti da elemosine e donazioni per finanziare le attività di persone a lui vicine.

Il Corriere della Sera ha spiegato che è la prima volta che un cardinale rinuncia sia all’incarico sia ai «diritti» di cardinale da quando è stato eletto Papa Francesco. Becciu, pur rimanendo cardinale non potrà più partecipare al conclave e prendere parte al concistoro.

La conferenza stampa di Becciu

Il giorno dopo «il fulmine a ciel sereno» – definizione sua – l’ormai ex prefetto della Congregazione per le cause dei santi si presenta davanti ai giornalisti e spiega la sua versione dei fatti. Respinge con pacata fermezza tutte le accuse. «Non ho commesso peculato. I 100mila euro dell’Obolo di San Pietro li ho dati alla Caritas della diocesi di Ozieri (la diocesi di cui è originario) e sono ancora lì (notizia confermata anche dal vescovo della diocesi sarda). Su di me sono state scritte falsità, che potrebbero anche meritare querela, come mi ha detto l’avvocato». Il giorno dopo «il fulmine a ciel sereno» – definizione sua – l’ormai ex prefetto della Congregazione per le cause dei santi si presenta davanti ai giornalisti e spiega la sua versione dei fatti. Ricostruendo anche il colloquio con il Papa di giovedì pomeriggio, durante il quale gli è stato chiesto di dimettersi. Ma aggiunge la speranza che «l’equivoco» venga presto chiarito.

L’incontro con il Papa

«Rinnovo la mia fiducia al Santo Padre. Diventando cardinale ho promesso di dare la vita per la Chiesa e per il Papa. Oggi rinnovo la mia fiducia e sono pronto a dare la vita». Quindi il racconto: «Fino alle 18:02 di giovedì mi sentivo amico del Papa, fedele esecutore del suo volere. Poi il Papa dice che non ha più fiducia in me perché gli è venuta la segnalazione dei magistrati vaticani che sulla base di alcune indicazioni della guardia di finanza italiana io avrei commesso atti di peculato». In sostanza, ha spiegato Becciu, l’accusa si riferisce a una somma di 100mila euro che quando era Sostituto delle segreteria di Stato aveva destinato alla Caritas della diocesi di Ozieri. I fondi, ha proseguito il cardinale, erano tratti da un fondo dove confluisce l’Obolo di San Pietro e che è nella disponibilità del Sostituto di movimentare.

Secondo Becciu il Papa era in grande sofferenza mentre gli diceva queste cose, visibilmente turbato. «Io sono sbiancato e ripetutamente l’ho invitato a spiegarmi il perché dell’accusa. Poi gli ho detto: «Se lei non ha più fiducia in me rinuncio all’incarico e alle prerogative cardinalizie come lei mi chiede». Il colloquio è durato una ventina di minuti. Durante i quali, ha riferito Becciu: «Non si è toccato il tema del palazzo di Londra. Il cardinale ha anche ribadito che in quel caso l’Obolo di San Pietro «non è stato toccato» e che in altre occasioni Francesco gli aveva detto di non aver mai pensato che lui aveva fatto qualcosa di disonesto.

L’accusa di peculato e di aver favorito i fratelli

Ha aggiunto Becciu: «Ho anche pensato: speriamo che mio fratello non abbia commesso errori. Poi quando entrambi mi hanno detto che i soldi erano ancora lì, perché il vescovo li voleva destinare a un progetto che richiedeva l’impiego anche di altre risorse, facevo salti di gioia». «Non ho arricchito la mia famiglia», ha aggiunto Becciu. «Andate in Sardegna e vedete come vivono. Tra l’altro, ha spiegato rispondendo a una precisa domanda, la cooperativa presieduta dal fratello, che è una onlus ed è il braccio operativo della Caritas diocesana, ha un panificio, coltiva due o tre vigne e ha un gruppo di lavoratori edili, dando lavoro a una sessantina di persone, il che per la realtà di Ozieri è puro ossigeno, date le difficoltà economiche e sociali del momento. Ad ogni modo, ha rimarcato Becciu, «al momento non sono né indagato, né sono stati raggiunto da alcun provvedimento dei magistrati. Solo il Papa mi ha detto che avrei commesso peculato. Se gli inquirenti, secondo i quali il reato di peculato si sarebbe realizzato perché i soldi dalla Caritas sarebbero andati alla cooperativa presieduta da mio fratello (cosa non esatta come si è visto), mi vogliono sentire, sono a disposizione».

Il caso George Pell

Rispondendo alle domande, Becciu ha anche ricostruito i suoi rapporti con il cardinale Pell (che secondo fonti di agenzia avrebbe fatto dichiarazioni non belle dopo aver appreso delle dimissioni di Becciu). Sull’ex prefetto del dicastero dell’Economia, poi dimessosi per difendersi dalle accuse di pedofilia, Becciu ha detto: «Abbiamo avuto contrasti professionali, perché voleva applicare leggi che non erano ancora state promulgate». «Una volta durante una riunione in cui era presente anche il Papa mi diede del «disonesto» e lì ho perso la pazienza e gli ho detto che non doveva permettersi. Il Papa mi disse che avevo fatto bene».

| © Vaticanmedia
25 Settembre 2020 | 17:40
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