Papa e Vaticano

I vescovi Usa prendono posizione: quelli chiamati in causa smentiscono Viganò. Altri chiedono «serie indagini»

I risultati dell’indagine non sono mai stati rivelati, ma le sue scoperte erano così importanti che nel loro primo incontro dopo l’elezione di Francesco del 13 marzo 2013, Benedetto e il nuovo papa sono stati fotografati uno di fronte all’altro nella residenza estiva papale con un’enorme scatola bianca tra loro: era la documentazione dell’inchiesta, passata da un papa all’altro.

Un po’ come sta avvenendo oggi.

Molti vescovi americani hanno reagito al documento che li chiama direttamente in causa, pubblicato durante il fine settimana dall’ex Nunzio apostolico per gli Stati Uniti, che ha chiesto le dimissioni di Papa Francesco e di diversi cardinali e vescovi, accusati di avere coperto gli abusi sessuali dell’ex cardinale Theodore McCarrick .

Nella testimonianza, Viganò che è stato «ambasciatore del Papa» a Washington dal 2011 al 2016, ha scritto che Benedetto XVI aveva «imposto sul cardinale McCarrick sanzioni simili a quelli ora decise da Papa Francesco» e che Viganò personalmente aveva riferito a Papa Francesco in merito a quelli sanzioni nel 2013. Viganò ha sostenuto che Francesco ha permesso all’ex cardinale di diventare un ‘kingmaker’ delle nomine nella Curia e gli Stati Uniti.»

In una dichiarazione di domenica, il cardinale Cupich di Chicago ha risposto, dicendo che Viganò deve essersi «confuso circa la sequenza degli eventi. Secondo Viganò, i nomi di Cupich per Chicago e di Joseph Tobin Newark «sono stati orchestrati da McCarrick, Maradiaga e Wuerl» visto che i «loro nomi non erano tra quelli presentati dalla Nunziatura». Cupich che secondo Viganò è «accecato dalla suo ideologia pro gay «, ha detto che trovato queste parole» sorprendenti «perché aveva sempre e solo ricevuto» affermazioni di supporto e congratulazioni «da Viganò per quanto riguarda la mia nomina di Chicago».

Cupich ha detto che «qualsiasi riferimento che abbia mai fatto, si è sempre basato sulle conclusioni dello studio del John Jay College del 2011 secondo il quale non c’è una correlazione tra omosessualità e abusi sui minori». Cupich ha chiesto anche un’approfondita indagine sulle affermazioni di Viganò.

In una dichiarazione rilasciata lunedì, il cardinale Tobin e l’Arcidiocesi di Newark hanno espresso «shock, tristezza e costernazione nei confronti della vasta gamma di accuse… che non può essere intesa come un contributo alla guarigione dei sopravvissuti di abusi sessuali».

«Insieme con Papa Francesco, siamo fiduciosi che il controllo delle affermazioni della ex Nunzio vi aiuterà a stabilire la verità», ha detto il vescovo Robert McElroy di San Diego, la cui nomina sarebbe stata «orchestrata dall’alto», cioè dal cardinale Parolin nonostante McElroy sapesse – sempre secondo Viganò – degli abusi di «McCarrick come può essere visto da una lettera inviata a lui da Richard Sipe del 28 luglio 2016».

Nella sua risposta McElroy ribatte che la testimonianza di Viganò è una «distorsione», che gli attacchi di Viganò sono ideologicamente mirati, e ispirati «più profondamente dal suo odio per Papa Francesco e tutto ciò che egli ha insegnato». Quindi, secondo McElroy l’arcivescovo Viganò «costantemente subordina la ricerca della completa verità alla partigianeria, alla divisione e alla distorsione». Dobbiamo. – ha concluso – respingere tutti i tentativi di subordinare gli obiettivi cui ci chiama Cristo in questo momento «all’ideologia o ai progetti personali. Altrimenti avremo tradito le vittime di abusi ancora una volta». L’Arcidiocesi di Washington di cui il cardinale Donald Wuerl è alla guida, ha rilasciato una dichiarazione ribadendo che Wuerl ha» categoricamente negato che una qualsiasi di queste informazioni siano state a lui comunicate «per quanto riguarda le sanzioni contro Mccarrick e il suo ministero». Poi la Arcidiocesi ha specificato: «L’arcivescovo Viganò non ha prodotto nella sua testimonianza qualsiasi oggettivamente verificabile prova del fatto che siano state in alcun modo comunicate al cardinale Wuerl restrizioni imposte sul cardinale Mccarrick da Papa Benedetto XVI».

Alcuni vescovi non menzionati nella testimonianza di Viganò hanno reagito per lo più, con una chiamata alla preghiera e alla trasparenza. Il Vescovo Joseph Strickland di Tyler, Texas, chiede «indagini approfondite» sul documento di Viganò e ha detto che mentre egli non ha l’autorità di lanciare un tale indagine, presta la sua voce per chiedere questa in indagine in modo che le responsabilità vengano trovate «anche ai massimi livelli della Chiesa.»

David Konderla vescovo della diocesi di Tulsa ha scritto sulla sua pagina Facebook : «Le accuse sono un buon punto di avvio per iniziare indagini che devono avere lo scopo di ripristinare la santità e responsabilità per la leadership della Chiesa,» ha aggiunto. «Ora è il momento per noi raddoppiare la nostra preghiera per la Chiesa e per le vittime di questi crimini. San Michele Arcangelo, ci difende in battaglia.»

Thomas Olmsted vescovo di Phoenix ha affermato in una dichiarazione che egli ha conosciuto Viganò dal 1979. «L’ho sempre conosciuto e rispettato come un uomo di veridicità, fede e integrità». Mentre ha detto che non ha conoscenza personale delle accuse contenute nella testimonianza dell’ex nunzio, ma ha chiesto che venga preso sul serio da tutti. E l’arcivescovo Allen Vigneron di Detroit ha detto che i cattolici non hanno «nulla da temere «di fronte alle affermazioni di Viganò: «Se saranno confermate o si riveleranno infondate , la verità che è fatta di luce ci mostrerà la sicuro percorso della purificazione e riforma della Chiesa»

A proposito della veridicità delle accuse di Viganò la giornalista Cindy Wooden del Catholic News Service ha caricato su Twitter un video in cui l’ex nunzio pubblicamente tesse le lodi del cardinale Mccarrick il 2 maggio 2012, una data in cui secondo Viganò Benedetto XVI avrebbe sanzionato l’ex cardinale di Washington.

In base alla testimonianza al New York Times di Ted Cruz, uno degli abusati del cileno Karadima, incontrato da Papa Francesco a Santa Marta la scorsa primavera, Francesco gli avrebbe parlato dell’ex nunzio per essere rimasto scioccato da un suo invito non autorizzato a un impiegata Kim Davis (contrario a trascrivere le nozze gay) in nunziatura durante il viaggio ufficiale negli Stati Uniti nel settembre 2015. Secondo Cruz fu quello il motivo che Francesco gli avrebbe detto per cui il Nunzio venne sostituito appena raggiunti i 75 anni.

30 Agosto 2018 | 12:09
Tempo di lettura: ca. 4 min.
Papa (1254), vatileaks (2), vigano (11)
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