gmg2019

I giovani del mondo a Panama con il Papa

Giovani da tutto il mondo stanno arrivando qui a Panama per la Giornata mondiale della Gioventù (GMG). Mentre attendiamo l’arrivo di Papa Francesco, tra questo popolo di ragazzi e ragazze tra i quali ci sono anche 160 svizzeri di cui 22 sono ticinesi, c’è da credere che la fede non sia morta. Sfato da subito un luogo comune: le GMG non sono una festa della gioventù cattolica punto e basta; sono un cammino, un percorso, un’occasione che la Chiesa prova ad offrire alle nuove generazioni per capire valori grandi, a partire da quello universale della condivisione, dell’incontro con il giovane culturalmente diverso. Basta aprire un giornale per capire quanto nel mondo di oggi ci sia un bisogno enorme di riscoprire il senso della parola incontro; lo scrivo da questo continente dove si sta dibattendo aspramente, in questi giorni, sulla costruzione di un muro diventato ormai tragicamente simbolo di una cultura di divisione.

L’incontro però, per essere reale, necessita di un cammino di preparazione. Quello per arrivare qui a Panama è iniziato per i nostri giovani nel 2016, al ritorno dall’ultima GMG che si è svolta nel cuore della vecchia Europa, nella città polacca di Cracovia. Esperienze di amicizia fra i partecipanti alla precedente edizione della GMG e i futuri partecipanti alla seconda hanno portato ad intessere relazioni più profonde, tant’è che sono quasi una sessantina i giovani che si incontrano diversi sabati mattina all’anno a Lucino, presso il Collegio Pio XII, ad ascoltare le catechesi del vescovo Valerio e poi si ritirano con lui tre giorni all’anno per un momento intensivo di crescita e incontrare l’altro devi essere consapevole delle tue radici. La fede fa parte di queste. Con questi ragazzi quindi non si parla di cose banali, scontate, ma si fa riferimento continuamente ad una presenza, intercettando un desiderio profondo del cuore che imparano a condividere in gruppo. Nell’ultima catechesi, dedicata all’incontro tra Gesù e la Samaritana, ad esempio, il Vescovo ha richiamato i giovani all’essenziale, ricordando che «il rischio, anche per noi, è quello di soffocare questa nostra sete d’amore sotto le vicende negative della nostra vita».

Altri ritiri ridotti si sono proposti in questi tre anni, soprattutto dopo aver vissuto esperienze estive forti, al fine di tenere il fuoco del loro interesse acceso; il pericolo che la fiamma si affievolisca, o talvolta si spenga, è sempre dietro l’angolo. Il Sinodo dei giovani che la Chiesa cattolica ha celebrato nel 2018, una grande assemblea di vescovi, preti, laici, religiosi e religiosi e giovani che si sono interrogati sul mondo giovanile, ci ha ulteriormente stimolato a radunare i nostri ragazzi, anche in Ticino, ed interrogarli sulla loro fede, sul rapporto tra fede, vita e Chiesa. La Chiesa è connessa con i giovani e i ragazzi hanno ancora a che fare con la Chiesa? Che ruolo hanno la fede e la Chiesa nella vita dei ragazzi? E Dio parla loro? Come raggiungere compagni credenti un po’ isolati o non credenti, ascoltandoli e dialogando? Come fare a raggiungere gli altri compagni di scuola, che magari non credono ma che hanno dentro una domanda di significato? È una bella sfida! Così è pure una bella sfida la GMG, con i suoi colpi di scena, le sue gioie, le fatiche, gli slanci festosi di entusiasmo! Ma è anche una sfida per quando si torna: come proporsi, riproporsi, testimoniare, portare l’annuncio bello? A chi? Come incontrare veramente l’altro, il diverso, il lontano? Le GMG, in qualche modo, danno un contributo nel rispondere positivamente a queste domande e a queste sfide.

Don Rolando Leo, assistente spirituale della Pastorale giovanile diocesana.

19 Gennaio 2019 | 11:44
Tempo di lettura: ca. 2 min.
catholica (82), chiesa (578), giovani (724), GMG2019 (32)
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