I giovani africani scrivono al Papa: più dialogo e meno corruzione nella Chiesa

Si incontrano regolarmente da due anni nei week-end per riflettere e pregare. Hanno dai 20 ai 30 anni e provengono da Paesi, contesti e confessioni diverse ma hanno un unico obiettivo, raggiungere il Papa e chiedergli sostegno per il loro progetto di ri-evangelizzazione dell’Africa. Sono gli Youth’s Missionaries, quattordici ragazzi raccolti attorno all’esperienza dei Comboniani in alcune zone dell’Africa che si sono prefissati di essere missionari fra i loro coetanei. Alcuni sono ex «Street children» , bambini di strada keniani o zambiani. Altri sono sudanesi o sud-sudanesi e hanno fatto l’esperienza dei campi profughi, diversi sono anglicani, la maggior parte cattolici. Uno di loro è calciatore professionista (nella serie B kenyana), tre sono cuochi diplomati, la maggioranza studia e lavora.

Quando hanno saputo dell’indizione del Sinodo sui Giovani che si terrà a Roma dal 3 al 28 ottobre prossimi e letto le parole di Papa Bergoglio: «Tutti i giovani hanno qualcosa da dire alla Chiesa, ai vescovi e al Papa!», hanno deciso di scrivere una lettera a Francesco e fargli arrivare la loro accorata testimonianza dal continente che si sta rapidamente cristianizzando in termini numerici ma rischia di perdere la sfida della qualità della fede.

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1 Agosto 2018 | 11:45
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