Hawking, l’astrofisico non credente che ha incontrato quattro Papi

Astrofisico non credente Stephen Hawking, morto oggi all’età di 76 anni, era membro della Pontificia Accademia delle Scienze, che commemora lo scienziato ricordando che ai quattro Pontefici che ha incontrato – Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco – ha spiegato di voler «fare avanzare la relazione tra fede e ragione scientifica».

 

«Siamo profondamente rattristati dalla notizia della scomparsa del nostro eccezionale membro Stephen Hawking che è stato così fedele alla nostra Accademia», ha scritto su Twitter l’organismo vaticano nato nel 1603. «Ai quattro Papi che ha incontrato ha detto che voleva fare avanzare la relazione tra fede e ragione scientifica. Preghiamo il Signore che lo accolga nella sua gloria».

 

Anche il cardinale Vincent Nichols ringrazia lo scienziato britannico «per il suo straordinario contributo alla scienza» e sottolinea che «mancherà» all’accademia di cui anche l’arcivescovo di Westminster fa parte.

 

Il direttore del portale Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede eretto presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma, Giuseppe Tanzella-Nitti, ricorda di quando ascoltò lo scienziato britannico alla sede dell’accademia vaticana, nella Casina Pio IV, nel 2008: «Tutti ascoltavamo con un grande silenzio le frasi che giungevano dal sintetizzatore vocale e che offrivano il frutto della sua vivacissima riflessione intellettuale. Sua figlia e i suoi assistenti gli erano accanto facilitandogli con cura singolare il compito ricevuto. Esponendo gli enormi balzi in avanti effettuati dalla cosmologia negli ultimi decenni, Hawking concludeva la sua relazione affermando che «ci stiamo ormai avvicinando a poter rispondere alle antiche e sempre attuali domande: Perché siamo qui? Da dove veniamo? Io credo — egli aggiungeva — che a queste domande si possa rispondere entro l’ambito delle scienze». Al di là delle questioni metodologiche che tale posizione può suscitare, e che altri illustri scienziati presenti nell’Accademia, come ad esempio il direttore del Progetto Genoma, Francis Collins, gli fecero opportunamente osservare in quell’occasione, Hawking esprimeva una percezione reale, quella che la scienza contemporanea, proprio a motivo della profondità e della unitarietà delle sue ricerche, punta oggi con naturalezza verso domande di carattere filosofico ed esistenziale».

 

La Specola Vaticana, osservatorio vaticano guidato dal fratello gesuita Guy Consolmagno, «si unisce al lutto della famiglia di Stephen Hawking. Apprezziamo l’enorme contributo scientifico che ha dato alla cosmologia quantistica e il coraggio che ha avuto nell’affrontare la malattia».

 

«Il contributo alla scienza del professor Stepehn Hawking», scrive da parte sua il primate anglicano Justin Welby, l’arcivescovo di Canterbury, «è stato illimitato come l’universo che ha dedicato la vita a comprendere. La sua è stata una vita vissuta con coraggio e passione. Mentre preghiamo per tutti quelli che lo piangono, possa egli riposare in pace».

 

Il primo Pontefice che Hawking incontrò, quando aveva 33 anni, fu Paolo VI nel 1975. «Abbiamo adesso la gioia – disse Montini a conclusione di un incontro con la Pontificia Accademia delle Scienze – di consegnare la medaglia «Pio XI» al signor Stephen William Hawking, i cui studi, tra gli altri, sui «buchi neri» gli hanno meritato a giusto titolo una rinomanza internazionale. Tutte le nostre felicitazioni, caro Professore, e a tutti voi, cari Signori, i migliori auguri per le vostre attività e quelle dell’Accademia. Vi aggiungiamo, quale pegno della nostra sollecitudine per la vostra vita spirituale e quella dei vostri cari, la nostra benedizione apostolica». Il Papa – lo ricorda Tanzella-Nitti – si inginocchiò per due minuti ai piedi dello scienziato, già costretto alla sedia a rotelle dalla sclerosi laterale amiotrofica (Sla), per consegnargli la medaglia.

 

Da ultimo, a novembre del 2016, Hawking incontrò Papa Francesco. «Ci sono tanti segni incoraggianti di un’umanità che vuole reagire, scegliere il bene comune, rigenerarsi con responsabilità e solidarietà», è la frase che il Pontefice argentino ha scelto per commentare sul suo profilo Instagram la foto accanto allo scienziato in occasione di una riunione della Accademia pontificia sul tema «Scienza e Sostenibilità. Impatto delle conoscenze scientifiche e della tecnologia sulla società umana e sul suo ambiente».

Iacopo Scaramuzzi – VaticanInsider

15 Marzo 2018 | 07:30
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