Internazionale

Haiti, epidemia di colera. Missione di Caritas Internationalis

«La distruzione ad Haiti è stata immensa». Così il segretario generale di Caritas Internationalis, Michel Roy, che da domani visiterà le zone più colpite dal passaggio dall’uragano Matthew. Secondo l’ultimo bilancio sono 900 le persone che hanno perso la vita e si temono epidemie di colera. Philippa Hitchen ha intervistato lo stesso Michel Roy:

R. – Ce sont les besoins basiques. C’est l’alimentation, c’est de l’eau propre, c’est des médicaments …
Le necessità fondamentali sono il cibo, l’acqua potabile, i medicinali … Purtroppo, il colera si sta diffondendo … Né la popolazione né le autorità avevano previsto che l’uragano, che ha devastato la parte occidentale di Haiti, arrivasse a una tale potenza! La distruzione è stata immensa: ci sono villaggi completamente scomparsi, ci sono centinaia di morti … L’aiuto necessario per la sopravvivenza non era stato previsto e si fa fatica a farlo arrivare, perché questo uragano ha distrutto le strade e i ponti. Dunque, le necessità allo stato attuale sono di portare cibo, acqua pulita e potabile e medicinali alla popolazione ferita.

D. – Lei si reca ad Haiti anche per cercare di attirare l’attenzione del mondo su questa tragedia?

R. – Tout à fait, parce que en fait les photos et les vidéos sont passées à la télévision au moment …
Direi di sì. Le foto e i filmati sono stati trasmetti dalle televisioni al momento del passaggio dell’uragano, ma nessuno se ne interessa più: chi oggi ancora parla di Haiti nei media? Direi quasi nessuno. Per questo è importante attirare l’attenzione nel momento in cui le necessità primarie non sono coperte: ci sono persone che soffrono la fame; c’è il colera che si diffonde … bisogna aumentare gli aiuti a Haiti, nell’immediato e anche domani e non dimenticare gli haitiani, e nemmeno queste regioni che impiegheranno anni e anni prima di poter parlare di una ricostruzione compiuta. Bisogna mobilitare le risorse, bisogna che la comunità internazionale si impegni più di quanto non stia facendo in questo momento.

D. – E’ vero anche che ci sono regioni che ancora stanno cercando di ricostruire case e infrastrutture dopo il terremoto del 2010? Cosa fate come Caritas e con le altre organizzazioni umanitarie per far fronte a questa vulnerabilità nei riguardi dei disastri naturali?

R. – C’est vrai: hélas, le tremblement de terre avait détruit la capitale qui est le centre du Pays, …
E’ vero: purtroppo, il terremoto aveva distrutto la capitale, che in un certo senso è anche il centro del Paese, e che ancora si sta ricostruendo. Purtroppo, nella sua storia Haiti ha attraversato sempre periodi difficili; mi sembra però che l’attenzione dei Paesi vicini e della comunità internazionale per la sua ricostruzione c’è sempre stata però senza mai riuscire ad arrivare fino in fondo. La Minustah (Mission des Nations Unies pour la Stabilisation en Haïti) che è arrivata sull’Isola dopo il terremoto, è ancora lì: è inquietante che le forze internazionali siano ancora presenti quando non c’è conflitto nel Paese: certo, costa molto cara questa presenza. Quindi, non si riesce – né le ong, né la comunità internazionale e neanche noi, in un certo senso – ad aiutare Haiti a ricostruirsi in maniera «normale». E’ un Paese che continua a soffrire a causa di diversi fattori e non si riesce a capire bene da che parte incominciare. La rete Caritas è sempre preoccupata per la situazione a Haiti: noi abbiamo un gruppo di lavoro che si occupa di questa realtà, e nello stesso Paese ci sono diverse persone che gestiscono degli uffici che collaborano con le Caritas diocesane. La volontà c’è; ma l’azione della Chiesa può essere soltanto complementare all’azione dello Stato, ed è vero che lo Stato è carente: E’ da lì che bisogna incominciare – o meglio, ricominciare: aiutare gli haitiani a ricostruire uno Stato di diritto, uno Stato che funzioni correttamente. Purtroppo, non si sa bene da che parte incominciare …

(Radio Vaticana)

22 Ottobre 2016 | 11:30
Tempo di lettura: ca. 2 min.
caritas (54), colera (2), haiti (116)
Condividere questo articolo!