Preghiera

Haiti e Venezuela: i missionari ticinesi denunciano il clima di violenza

Oggi e domani nelle chiese cattoliche del Ticino si pregherà per il Venezuela e per Haiti. A chiederlo è stato proprio il Vescovo Valerio con una lettera a tutti i parroci in cui sottolinea che «non possiamo rimanere indifferenti a quanto sta succedendo».

Citando Papa Francesco, che in diverse occasioni si è espresso affinché si trovino soluzioni pacifiche ai conflitti, Mons. Lazzeri ricorda anche i cinque volontari della Diocesi (un sacerdote e quattro laici) che operano proprio in questi due Paesi. «Il mio pensiero si rivolge in modo particolare a loro, a tutte quelle persone che con loro collaborano e alle popolazioni di questi due Paesi tormentati». Ad Haiti sono presenti da oltre un anno tre missionari laici ticinesi (Nicole Agustoni, Nicola Di Feo, Francisco Fabres) che stanno animando il progetto diocesano educativo in collaborazione con la Diocesi locale di Anse-à-Veau-Miragoâne. Al momento due di loro sono riusciti a lasciare il Paese che è in preda ad una crisi istituzionale molto grave. Anche i Vescovi haitiani hanno pubblicato un messaggio che definisce il Paese « sull’orlo di un abisso». I nostri missionari parlano di pietre lanciate contro ogni cosa, di sparatorie continue e di tentativi di bruciare luoghi pubblici da parte di gang aizzate da alcuni politici. Le rivolte della popolazione partite dalla Capitale, si stanno estendendo in diverse parti del Paese. Iniziate il 7 febbraio, a due anni dalla salita al potere dell’attuale presidente (Moïse Jovenel), le manifestazioni sono state aggravate anche dalla pubblicazione, proprio qualche settimana fa, di un rapporto della Corte dei conti sulla gestione disastrosa e sulle deviazioni dei fondi concessi in prestito dal Venezuela ad Haiti per finanziare il suo sviluppo. In Venezuela, da molti anni operano i ticinesi don Angelo Treccani e Marzio Fattorini. Il Paese, instabile da anni, ha subito uno scossone a fine gennaio con l’autoproclamazione del presidente del Parlamento Juan Guaidò a capo dello Stato. Una situazione che lascia però intravedere, a dire dei nostri missionari, qualche speranza di un cambiamento. Da tempo le immagini che ci arrivano dal Paese sudamericano sono quelle di scaffali vuoti nei supermercati e di lunghe file di persone che attendono di poter comperare qualcosa per assicurarsi qualche pasto durante la settimana. Da più di un anno i due missionari lamentano una grande mancanza di farmaci di base che fanno sì che le persone muoiano per malattie facilmente curabili. Al momento attuale la situazione è drammatica ma sono proprio i nostri missionari a regalarci una parola di speranza: «Sta avvenendo un cambiamento epocale che lascia intuire e sperare che le correnti desiderose di una virata decisa possano condurre alla democrazia e risollevare il popolo dall’attuale miseria».

Chiara Gerosa

16 Febbraio 2019 | 06:00
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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