Haiti: continuano le manifestazioni di piazza. I vescovi rilanciano l’anno di preghiera e adorazione per debellare miseria, mancanza di speranza e corruzione

Non accenna a placarsi la situazione di tensione ad Haiti, dove da mesi si susseguono manifestazioni di piazza, in qualche caso violente, contro il presidente Moise. È dei giorni scorsi la denuncia di Medici senza frontiere che hanno parlato di clima sempre più violento, dimostrato dal fatto che in sole due settimane, dal 9 al 25 giugno, 49 pazienti sono arrivati al centro che l’organizzazione gestisce a Martissant, nove dei quali in condizioni critiche. Nei primi tre mesi del 2019 sono stati trattati 237 pazienti per ferite d’arma da fuoco, il doppio rispetto allo stesso periodo del 2018.

Nel frattempo prosegue l’iniziativa della Chiesa haitiana: un anno di preghiere e adorazione per il Paese, fino alla Pentecoste 2020. In un nuovo comunicato diffuso dalla Conferenza episcopale haitiana, pervenuto al Sir, si precisano ulteriormente modalità e obiettivi di questo anno speciale.

«Il contesto di quest’anno di preghiera – si legge – è ovviamente la situazione attuale del popolo haitiano ad Haiti. La miseria è diventata così graffiante, l’insicurezza così destabilizzante che l’albero della speranza è stato strappato dal suolo». Ma la mancanza di speranza «in un popolo è sempre stata considerata un male assoluto». Accanto a ciò, esiste una «malvagia corruzione endemica, che è una cancrena per il Paese». Tra queste tre cause, esiste una relazione di causa ed effetto. «Questi tre mali capitali – prosegue la nota – saranno al centro della nostra preghiera per tutto l’anno 2019-2020, ma soprattutto al centro della nostra adorazione. Il Signore non ha sempre ascoltato la voce della sua gente che piangeva per Lui? Non siamo noi il suo popolo, il suo gregge?».

Nel fornire alcune indicazioni concrete sull’iniziativa, la Conferenza episcopale, scrive: «Per sottolineare la dimensione veramente ecclesiale di questa preghiera, il vescovo diocesano organizzerà una grande celebrazione del culto ogni trimestre nella sua diocesi. Questo ci consentirà di risvegliare e attivare il senso di responsabilità di ogni haitiano nella prospettiva della salvezza del nostro caro Paese. Individualmente, ogni haitiano, ogni gruppo di preghiera cercherà, durante i momenti di culto, di consacrare e restituire a Dio il destino del nostro Paese e del nostro popolo».

Agenzie

12 Luglio 2019 | 12:42
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