Giubileo: chiuse le Porte Sante nelle chiese cattedrali del mondo

Mentre ci avviamo verso la conclusione del Giubileo della Misericordia, con la chiusura della Porta Santa in San Pietro domenica prossima, sono state chiuse ieri le Porte Sante in tutte le chiese cattedrali del mondo. Tra loro, la Porta Santa di Bangui, in Centrafrica, la prima ad essere stata aperta da Papa Francesco nel novembre dell’anno scorso, e quelle delle basiliche romane di San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura. Il servizio di Roberta Barbi:

È stata la prima ad essere aperta, nel novembre dell’anno scorso da Papa Francesco, la Porta Santa di Bangui, che nonostante la chiusura ufficiale – come ha precisato l’arcivescovo della città e presidente della Conferenza episcopale locale, mons. Dieudonné Nzapalainga – nella cattedrale resterà aperta «a significare che ogni giorno è tempo di misericordia». «Che il frutto di questo Anno Santo sia la fine della guerra e la giustizia per tutte le vittime del conflitto, in particolare per gli sfollati», ha aggiunto nel suo accorato appello per la pace in Centrafrica l’arcivescovo, che sabato sarà accompagnato dall’imam di Bangui e dal leader degli evangelici in Vaticano dove riceverà la berretta cardinalizia da Papa Francesco.

San Giovanni in Laterano a Roma. Vallini: misericordia non è debolezza
Chiusa anche la Porta Santa di San Giovanni in Laterano a Roma, con una celebrazione officiata dal cardinale vicario Agostino Vallini. «La sorte finale del mondo non è in mano agli uomini, ma alla misericordia di Dio»: questo, secondo il porporato, l’insegnamento del Giubileo della Misericordia, «tempo favorevole» per la Chiesa, che ha reso più forte ed efficace la nostra testimonianza di credenti. «La misericordia non è segno di debolezza – ha aggiunto il cardinale – al contrario, di forza, magnanimità e irradiazione potente dell’onnipotenza amorevole del Padre». Poi il ricordo dell’invito del Papa a vivere più consapevolmente le parabole della misericordia: quella della pecora smarrita, della moneta perduta e del padre misericordioso. Su quest’ultima, in particolare, si è soffermato il cardinale Vallini: «Così il Signore tratta noi: non ci mortifica, ma ci accoglie e gioisce del nostro ritorno a Lui». Infine, un altro tratto distintivo della misericordia, frutto dell’Anno Santo: la cura verso i poveri. «L’unica vera realizzazione della vita sta nel donare amore e nel vivere secondo giustizia le nostre relazioni umane».

Santa Maria Maggiore a Roma. Abril Y Castello: nostra guida verso la santità è Maria
Sull’amore e la fraternità, si sono concentrate le parole del cardinale Santos Abril y Castello che ha officiato la celebrazione di Santa Maria Maggiore a Roma. «La Porta Santa simboleggia Gesù che si è presentato con questo titolo, ›Io sono la porta delle pecore’», ha detto, mentre ora che ci troviamo verso la fine dell’Anno Santo della Misericordia «Gesù ci esamina sul nostro amore verso Dio e verso i fratelli». In questo itinerario verso la santità, ha proseguito il porporato, «abbiamo bisogno di una guida, cioè della mano materna di Maria», colei che indica la via verso Cristo. Infine, il cardinale ha ricordato le parole pronunciate da Papa Francesco il primo gennaio, quando aprì la Porta Santa in Santa Maria Maggiore: «Chiunque varca quella soglia – disse il Papa – può ripartire da questa Basilica con la certezza che avrà accanto a sé la compagnia di Maria».

(Da Radio Vaticana)

14 Novembre 2016 | 09:51
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