Giornata europea della tratta, il caso della Nigeria

Le loro storie sono fatte di abusi, di dolore e di terrore, arrivano a sperare di morire per non dover soffrire di più. La vita delle vittime di tratta e di sfruttamento, nella maggior parte dei casi donne e bambini, è un inferno troppe volte senza ritorno. Molto spesso le giovani accettano di lasciare la Nigeria tratte in inganno dalla promessa di lavori inesistenti, per poi cadere nella rete dei trafficanti che, perlopiù,le conducono in Europa per avviarle alla prostituzione.

Per le vittime il rimpatrio può divenire un calvario

Per molte di queste ragazze nigeriane, in gran parte originarie dello Stato di Edo, la situazione non migliora quando vengono rimpatriate, perché è allora che devono affrontare la povertà dalla quale hanno tentato di fuggire e lo stigma della società che le ritiene delle perdenti. «Le giovani donne oggi cadono nella trappola del traffico perché cercano di uscire da un Paese che non può offrire loro alcun futuro, dove non potranno costruirsi una vita», spiega Romain de Villeneuve, ambasciatore speciale a Lagos dell’Ordine di Malta che, accanto alle Suore di Saint Louis, lavora nell’organizzazione del centro Bakhita, casa di accoglienza che offre alle ragazze un percorso di riabilitazione e di reinserimento nella società.

Continua a leggere su VaticanNews.

18 Ottobre 2019 | 14:20
Tempo di lettura: ca. 1 min.
Condividere questo articolo!