Ticino e Grigionitaliano

Giornata di amicizia con P.Mauro in memoria di Corecco

«Per la durezza del vostro cuore Mosè scrisse per voi questa norma». Il Vangelo di Marco della liturgia domenicale – ha commentato l’abate – in cui Gesù si faceva maestro di diritto canonico matrimoniale ante litteram, avrebbe fatto vibrare il Vescovo Eugenio, anche se Gesù parla di una norma che Lui è venuto a superare. Gesù ci fa dunque capire che ciò che più si oppone alla pienezza della nostra umanità e del nostro destino è la durezza di cuore.

Gesù sempre era all’erta per scoprire fra gli uomini l’immagine del Suo cuore come pienezza di umanità. Lo trovava negli umili, nei sofferenti, in chi amava fino a soffrire, in chi creava comunione col sacrificio del perdono e del servizio umile. Ma, soprattutto, Gesù trovava l’immagine riflessa del suo cuore nei bambini.

Al Sinodo dei Vescovi – ha continuato P. Mauro – si sentiva forte la ferita di tanta infedeltà della Chiesa all’amore di Cristo per tutti i giovani del mondo, e per la distanza che la maggior parte dei giovani, coscientemente o inconsciamente, percepisce nei confronti della Chiesa. È come se di fronte al mondo d’oggi risuonasse di nuovo, e ben più drammatico, il rimprovero di Gesù ai discepoli per il loro tentativo, così assurdo, così incosciente del mistero di Cristo, di allontanare da Lui i bambini, i giovani. Il Vescovo Eugenio, molti lo hanno sperimentato, non ha mai allontanato dai giovani l’abbraccio di Cristo. Se ne è fatto al contrario un sollecito e appassionato strumento: lo ha incarnato.

Dopo il conviviale pranzo in comune il pomeriggio è proseguito con un momento di testimonianze.

Luca Pasci, ha incontrato mons. Corecco con la rinata Azione Cattolica. La sua storia quindi si aggiunge a quelle ascoltate l’anno scorso durante il pellegrinaggio a Re. Nonostante la difficoltà iniziale a capire don Eugenio con il tempo, con la fedeltà ad un cammino, il cuore cambia. Don Eugenio era veramente un Pastore perché camminava con noi. Si percepiva che ci voleva bene. Le giornate mondiali della gioventù, le catechesi del sabato, i ritiri in montagna della durata di un weekend, le adorazioni eucaristiche notturne, … Momenti indimenticabili vissuti insieme a lui nell’amicizia.

Consuelo Guffi, medico, ha incontrato don Eugenio negli anni del liceo nell’esperienza di Comunione e Liberazione. Ma ciò che la colpì maggiormente è stata la dedizione con cui Corecco le è stata vicina negli anni dell’università a Losanna. All’inizio, un po’ sola e spaesata, le mancavano soprattutto i gesti comunitari come la preghiera delle Lodi, la caritativa o la scuola di comunità. Don Eugenio, allora a Friborgo, veniva spesso per stare con lei e pochi altri e li sosteneva nelle loro domande più profonde e vere che nascevano nel impatto non facile con il mondo medico-scientifico.

Il prof. Vincenzo Pacillo, insegnate di diritto canonico a Modena, non ha conosciuto personalmente Corecco. E’ è stato affascinato inizialmente dal suo pensiero scientifico capace di coniugare fede e vita ma in seguito soprattutto da persone, che avevano conosciuto don Eugenio, le quali avevano un’umanità diversa, uno sguardo diverso. Questo ha fatto scattare la voglia di scoprire di più della personalità del Vescovo di Lugano leggendo i suoi scritti in particolare le catechesi con le quali faceva innamorare i giovani dell’avvenimento cristiano, della persona di Cristo, e i profondi testi sulla malattia e la sofferenza.

10 Ottobre 2018 | 06:15
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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