Giornata dei popoli indigeni: il diritto di esistere

Istituita dall’Assemblea Generale dell’Onu, ogni 9 agosto da 23 anni si celebra la Giornata Internazionale dei Popoli Indigeni. Sparsi in 70 Paesi, sono oltre 370 milioni e parlano più di 5 mila lingue, delle quali il 25% è ancora sconosciuto.

Gli indigeni rappresentano il 15% dei poveri del mondo; un terzo di questi vive in condizioni di estrema povertà, soprattutto nelle zone ruralisubendo gli effetti più devastanti della globalizzazione, dei grandi progetti economici e dei cambiamenti climatici (un paio di esempi per rendere l’idea: sfollamenti forzati e discriminazione).

Tra le numerose organizzazioni, religiose e non, impegnate nella tutela e promozione di queste persone, anche Il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, IFAD, di cui oggi fanno parte 176 Paesi.

Con un’opera che si potrebbe definire di «certosina» tessitura, l’obiettivo è creare una piattaforma di dialogo e cooperazione tra enti pubblici e privati per contribuire a definire le politiche di sviluppo rurale e ridurre, di conseguenza, la povertà.

Intervistata a pochi giorni dalla conclusione del Terzo Forum Internazionale dei Popoli Indigeni, e subito dopo l’incontro con Papa Francesco del 15 febbraio scorso, la Responsabile dell’Ufficio per i Popoli Indigeni dell’ IFAD, Antonella Cordone, ricorda l’emozionante accoglienza del Pontefice e l’importante obiettivo raggiunto dal lavoro degli ultimi anni dell’IFAD: il coinvolgimento delle popolazioni indigene alla costruzione del loro proprio destino. «Ogni due anni – spiega Cordone – i rappresentanti di queste popolazioni parteciperanno direttamente al Forum di discussione, qui a Roma».

Doveroso, a questo punto, mettere in rilievo la distinzione tra popoli e popolazioni perché – prosegue Antonella Cordone – «la parola ‘popoli’ è stata conquistata in 40 anni di dialogo con le Nazioni Unite«. Nativi in quanto originari della terra a cui sono sempre appartenuti e dunque, in quanto tali, nazione.

Incisive le parole di Francesco per l’occasione cheaccogliendo in udienza i partecipanti al Forum e quindi anche i 40 rappresentanti dei popoli indigeni, ha auspicato che i governi li valorizzino e che vengano elaborate linee-guida e progetti che siano inclusivi dell’identità indigena, con una speciale attenzione per i giovani e le donne. Un Papa che, non dimentichiamo, durante questi suoi anni di pontificato, ha chiesto spesso scusa per le violenze inflitte agli indigeni, esclusi e depredati.

Emanuela Campanile e Lucas Duran – News.va

10 Agosto 2017 | 18:00
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