Gerusalemme, il presidente turco Erdogan telefona al Papa

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha telefonato venerdì 29 dicembre a papa Francesco. Secondo i media turchi al centro del colloquio vi è stata la preoccupazione per la decisione dell’amministrazione di Donald Trump di spostare l’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme.

Fonti presidenziali turche, più specificamente, hanno riferito all’agenzia stampa Anadolu che Erdogan e il Papa hanno parlato della risoluzione della scorsa settimana con la quale l’Onu ha respinto la mossa della Casa bianca ed hanno sottolineato la necessità di «proteggere lo status quo di Gerusalemme, città sacra per l’islam, il cristianesimo e l’ebraismo».

 

La vicedirettrice della sala stampa vaticana, Paloma Garcia Ovejero, ha confermato il colloquio telefonico senza fornire dettagli sui suoi contenuti e limitandosi a precisare che «la conversazione ha avuto luogo per iniziativa del Presidente turco».

 

Prima ancora che Trump annunciasse la sua decisione su Gerusalemme, lo scorso 6 dicembre, il Papa, di mattina, era intervenuto per esprimere la propria «profonda preoccupazione», chiedere il rispetto dello status quo della città santa e auspicare che «prevalgano saggezza e prudenza, per evitare di aggiungere nuovi elementi di tensione in un panorama mondiale già convulso e segnato da tanti e crudeli conflitti». 

 

All’Angelus di Natale il Papa ha invocato tra l’altro la pace per Gerusalemme e per tutta la Terra Santa pregando perché «tra le parti prevalga la volontà di riprendere il dialogo e si possa finalmente giungere a una soluzione negoziata che consenta la pacifica coesistenza di due Stati all’interno di confini concordati tra loro e internazionalmente riconosciuti».

 

Con una dichiarazione in occasione del voto all’assemblea generale delle Nazioni Unite che ha respinto con 128 favorevoli e nove voti contrari la decisione statunitense, lo scorso 21 dicembre, la delegazione della Santa Sede ha poi ribadito che «solo uno status garantito a livello internazionale» può «preservare il carattere unico» di Gerusalemme ed essere «una garanzia di dialogo e riconciliazione per la pace nella regione». 

 

In un’intervista di fine anno all’Osservatore Romano, il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, da parte sua, ha ribadito che, nonostante le recenti scelte dell’amministrazione Trump, c’è ancora speranza per una pace stabile in Medio Oriente: «Il dialogo deve proseguire a tutti i livelli. Basti pensare a quanto accaduto per una significativa coincidenza lo scorso 6 dicembre, quando è stata resa nota la decisione della Casa Bianca. In quella stessa mattina il Papa ha ricevuto prima dell`udienza generale i partecipanti a una riunione tra il nostro dicastero e la commissione per il dialogo interreligioso dello stato di Palestina. Alla delegazione di alto rango, guidata dallo sceicco Mahmoud Al-Habbash, giudice supremo, il Pontefice ha rivolto un’esortazione a collaborare, che ha trovato risposta nella firma di un memorandum d’intesa per l’istituzione di un gruppo di lavoro permanente. Insomma – ha concluso il Porporato francese – si è trattato di un esempio di testimonianza interreligiosa molto rilevante, un prudente avvicinamento nel segno dell`amicizia, in direzione opposta all’incendiario propagarsi dell’odio e dell’ira».

 

Con una serie di contatti che mostrano il ruolo riconosciuto al Pontefice da diversi leader mediorientali, sulla questione di Gerusalemme il Papa, il giorno prima dell’annuncio di Trump, aveva ricevuto una telefonata dal presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), e, il 19 dicembre, ha ricevuto in Vaticano il re di Giordania Abdullah II. 

 

Lo stesso Erdogan aveva chiamato il Papa una prima volta lo scorso 7 dicembre.

 

Il Presidente turco, peraltro, che in passato ha avuto motivi di attrito tanto con papa Francesco quanto con diverse cancellerie europee, ha espresso in questi giorni la speranza di rapporti migliori con i paesi dell’Unione europea, e – senza precisare i tempi – ha prospettato l’intenzione di effettuare viaggi in Francia e in Vaticano.

Iacopo Scaramuzzi – VaticanInsider

3 Gennaio 2018 | 18:00
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erdogan (11), gerusalemme (94), Papa (1254)
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