Internazionale

Genitori adottivi in calo: manca solida rete di sostegno sociale

Roberta Gisotti – Città del Vaticano

Adozioni in crescente calo in Italia, sia quelle nazionali che internazionali. Sono infatti dimezzate dal 2006 al 2018 le domande di adozione di minori italiani, passate da 16.538 a 8.621 e ancor di più sono diminuite nello stesso periodo le domande di adozioni di minori stranieri, passate da 7.887 a 2.615. Cosicché su 1.177 minori italiani dichiarati adottabili nel 2018 ne sono stati adottati solo 850 e nello stesso anno su 1.951 minori stranieri dichiarati idonei all’adozione internazionale ne sono stati adottati 1.153.

Sostegno materiale psicologico

La crisi delle adozioni sarebbe riconducibile al mancato sostegno materiale e psicologico offerto dalle istituzioni e dalla società alle famiglie adottive, lasciate a gestire in solitudine paure e fallimenti. E’ questa la tesi espressa in uno studio pubblicato dal Centro di Ateneo studi e ricerche sulla famiglia dell’Università cattolica di Milano, che ha svolto un’indagine sul campo, attraverso le testimonianze dirette di 44 madri adottive fra i 38 e i 63 anni con figli, oggi, fra i 7 e i 29 anni, adottati in media all’età di 6 anni.

Ricerca e confronto tra esperti

Lo studio – che verrà integrato da un rapporto comparativo sugli adolescenti nelle famiglie adottive in quattro Paesi, oltre l’Italia, la Francia, la Spagna e la Norvegia – sarà presentato alla prossima 7ma Conferenza internazionale di ricerca sull’adozione, ospitata per la prima volta in Italia, a Milano dal 7 all’11 luglio, sotto l’egida dell’Università cattolica. Un evento di grande rilevanza –  organizzato a partire dal 1999 dal prof. Harold  Grotevant dell’Università del Massachusetts – che porrà a confronto circa 300 esperti di tutto il mondo tra ricercatori, operatori e professionisti di varie discipline, che interagiscono nel campo dell’adozione.

Crisi frutto sovente di un passato traumatico

«Quando l’adozione incontra la crisi» è il titolo dello studio della Cattolica che ha intercettato le fragilità cui vanno incontro le famiglie adottive di fronte a varie difficoltà, che in numero esiguo possono rivelarsi anche gravi fino a richiedere l’allontanamento del minore, che mostri comportamenti aggressivi, violenti o patisca dipendenze, che sono il frutto di un passato sovente traumatico e doloroso, che resta imprigionato nella loro psiche.

Evitare il rischio di isolamento o vergogna

Come spiega Rosa Rosnati, docente di Psicologia sociale nell’Ateneo milanese, titolare di un Corso specifico sulla psicologia dell’adozione e dell’affido, la questione centrale è fare uscire fuori le famiglie adottive dal loro isolamento, perché possano raffrontarsi sul loro percorso genitoriale, senza sentirsi giudicati per eventuali fallimenti, che possono invece essere gestiti con l’aiuto di strutture e personale dedicati a risolvere conflitti.

L’adozione non è un fatto privato della coppia

Ma ancora più importante – sottolinea la prof.ssa Rosnati – è che maturi nella società una svolta culturale, per cui l’adozione non sia vista in un ambito del privato, che riguardi solo la coppia, che accogliendo un minore come figlio proprio svolge invece un compito sociale di grande rilevanza, che abbisogna quindi di un accompagnamento corale della comunità – scuola e altri servizi sul territorio – dove la famiglia adottiva vive.

Una visione viziata o parziale o viziata sui media

Il tema dell’adozione, al contrario sembra essere uscito dal dibattito pubblico, salvo entrarvi sporadicamente nel racconto sui media di fatti di cronaca nera, che mostrano una visione viziata o alterata di questa realtà, che può anche scoraggiare le famiglie dal fare questa scelta impegnativa.

Italia resta secondo Paese al mondo per adozioni

Nonostante ciò l’Italia vanta – dichiara la prof. Rosnati di essere ancora il Paese europeo, con maggior numero di adozioni, seconda nel mondo solo agli Stati Uniti. Al contempo – aggiunge la docente della Cattolica – lamentiamo in Italia la mancanza di un’adeguata rete di supporto sociale alle famiglie adottive cosi come sono carenti in generale tutte le politiche familiari; in particolare difettano i fondi per condurre ricerche sul mondo delle adozioni, così da poter beneficiare di supporto anche scientifico da tradurre nella vita quotidiana di queste famiglie. Il Convegno di Milano sarà dunque un’occasione preziosa – auspica la prof.ssa Rosnati – per rilanciare la famiglia, come unico organo idoneo a gestire l’adozione, così come sancito nelle Convenzioni internazionali.

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10 Gennaio 2020 | 12:15
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