Chiesa

Funerali card. Caffarra. Mons. Zuppi: ha servito l'unità della Chiesa

«Il cardinale ha amato e servito l’unità della Chiesa, con intelligenza e fermezza e allo stesso tempo con tanta delicatezza e profonda vicinanza umana a ogni persona«. Lo ha detto l’arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Zuppi, durante l’omelia delle esequie del card. Carlo Caffarra che ha presieduto sabato mattina in cattedrale. «Lo salutiamo inaspettatamente, con l’amarezza di tanti discorsi interrotti e con una presenza che viene a mancare, importante per la Chiesa tutta e per la nostra città», ha aggiunto il presule.

Mons. Zuppi – riporta l’agenzia Sir – ha citato alcune parole del cardinale  – «l’Eucaristia è un anticipo della risurrezione a cui siamo destinati” -, spiegando che lui «l’ha celebrata sempre con devozione intensa, quasi estraniandosi fisicamente per immergersi nella grandezza dell’orizzonte salvifico, con un trasporto personale di abbandono, di ascolto, di intimità con Colui che è stato il centro di tutta la sua vita«. L’arcivescovo ha indicato alcune caratteristiche del suo predecessore, citando le parole del Papa: «Tutti lo ricordiamo come un uomo affettuoso, sensibile, sincerocome mi disse parlando di lui Papa Francesco, con i tratti della timidezza«.

«Non voleva essere affatto confuso con interpretazioni e posizionamenti preconcetti che, al contrario, indeboliscono l’unità. Il suo era un amore indiscusso e obbediente per Cristo e per la Chiesa e alcune interpretazioni strumentali o divisive lo amareggiavano profondamente«. «Ha voluto che la Chiesa indichi e predichi la verità di Cristo senza accomodamenti e opportunismi – ha aggiunto il presule -, con una chiarezza che ha ottenuto il rispetto anche di quanti avevano sensibilità e convinzioni diverse«.

«Ha amato Bologna e la sua Chiesa e la città, con passione e dedizione, senza riserve, fino allo sfinimento fisico. Silenziosamente, ma con tanta predilezione, ha amato i poveri, che aiutava e difendeva«. Il presule ha ricordato le passioni del cardinale per la musica e la letteratura.

Dall’arcivescovo una sequenza di «grazie» al porporato scomparso nei giorni scorsi «per come ha vissuto i suoi tre amori: i sacerdoti, le famiglie, i giovani«, per «l’insegnamento e per l’Istituto Giovanni Paolo II«, per «la difesa della famiglia, per i tanti contributi mai scontati, sempre capaci di interrogare la coscienza perché frutto di ricerca vigile e inquieta».

11 Settembre 2017 | 07:00
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