Francesco: «Povertà dilagante e pace disattesa, urgente eliminare le ingiustizie»

«È urgente eliminare le ingiustizie» in un momento come quello che vive oggi il mondo in cui «la povertà dilaga e la pace è disattesa». Papa Francesco guarda all’attualità e lancia un appello vigoroso per ristabilire la giustizia, fondamentale per garantire «lo sviluppo integrale dell’uomo e lo sviluppo solidale dell’umanità». Lo fa nel messaggio ai partecipanti ad un convegno dedicato al beato Paolo VI in occasione del 50esimo anniversario della enciclica sociale Populorum Progressio. L’eliminazione delle ingiustizie è parte di quel «Vangelo in cammino che ci chiede di portare la fede, la speranza e la carità cristiana incontro all’uomo sulle strade di oggi», sottolinea il Pontefice nel testo letto oggi dall’arciprete di San Paolo fuori le Mura, il cardinale James Michael Harvey.

 

La suggestiva basilica papale ha fatto da cornice all’evento – dal titolo «Paolo VI: il Papa della modernità. Giustizia tra i popoli e l’amore per l’Italia» – promosso dalla cattedra di Diritto ecclesiastico dell’Università Roma Tre, che ha visto l’intervento del Segretario di Stato, Pietro Parolin.

 

Prima il cardinale si è soffermato a rispondere alle domande dei giornalisti. Ad esempio quella sul precario equilibrio nei rapporti tra Corea del Nord e Stati Uniti, minati dalle continue minacce nucleari e da dure dichiarazioni pubbliche (l’ultima pronunciata ieri dal presidente Trump davanti al Parlamento di Seul, nell’ambito del suo viaggio in Corea del Sud e Cina). «Sarebbe augurabile che si potesse in qualche maniera aiutare a risolvere questa crisi», ha detto il cardinale Parolin. Il quale ha tuttavia ribadito che «non è in atto una mediazione della Santa Sede», come ipotizzato da alcuni organi di stampa in vista anche del summit internazionale che si terrà il 10 e l’11 novembre in Vaticano sul tema del disarmo nucleare, alla luce anche della recente approvazione della Convenzione, al quale partecipano 11 premi Nobel per la Pace e i vertici di Onu e Nato.

 

Il porporato auspica, quindi, una distensione dei rapporti tra i due Paesi: «Se si potesse intervenire davvero nel senso di poter aiutare a superare la tensione attuale e trovare soluzioni negoziate e diplomatiche sarebbe il nostro più grande desiderio», ha detto. La pace e il disarmo sono questioni a cuore della Santa Sede che, in passato, ha mantenuto anche rapporti con la Corea del Nord: non a livello diplomatico ma «umanitario». «Questi contatti potrebbero essere riattivati», ha sottolineato il Segretario di Stato.

 

Nel suo intervento ha affrontato invece il tema del primato petrino e delle «responsabilità» che ogni Papa ha nei confronti della Chiesa, tanto più se mette in campo opere di riforma. Come quella avviata da Paolo VI dopo il Concilio Vaticano II: «L’opera di riforma della Chiesa e della Curia», ha detto il cardinale veneto, «mette in luce il primato petrino, la funzione del Papa contro ogni parlamentarismo e contro ogni errata concezione di democrazia nella Chiesa».

Salvatore Cernuzio – VaticanInsider

10 Novembre 2017 | 12:10
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