«False le voci sulle pressioni per far rinunciare Benedetto XVI»

Si avvicina il giorno del novantesimo compleanno di Benedetto XVI e monsignor Georg Gänswein, Prefetto della Casa Pontificia e suo segretario particolare, smentisce tutte le voci e le recenti interviste sulle presunte pressioni per far rinunciare Joseph Ratzinger. Gänswein ha rilasciato un’intervista alla trasmissione Matrix, in onda in seconda serata su Canale 5 mercoledì 5 aprile 2017.

Rispondendo alle domande del vaticanista Fabio Marchese Ragona, il segretario del Papa emerito affronta il tema delle voci sulle presunte pressioni del governo americano durante la presidenza di Barack Obama per spingere alle dimissioni Papa Benedetto XVI. Voci e complotti rilanciati di recente in alcuni articoli e interviste, dalle quali Papa Ratzinger finiva per apparire un debole.

«Non è per niente vero, è inventato, è un’affermazione senza fondamento – ha detto don Georg – Io ho parlato anche con Papa Benedetto dopo questa intervista e queste voci, ha detto che non è vero. La rinuncia era una decisione libera, ben pensata, ben riflettuta e anche ben pregata. Queste cose che si sono lette recentemente sono inventate e non sono vere. Papa Benedetto non è la persona che cede a delle pressioni. Tutt’altro. Quando ci sono state sfide e quando si è dovuto difendere sia la dottrina sia il popolo di Dio è proprio lui che si è comportato in modo esemplare: non è fuggito quando è arrivato il lupo, ma ha resistito, e questo non sarebbe mai stato motivo per lasciare il pontificato e rinunciare».

Nell’intervista Gänswein parla anche del rapporto tra Francesco e il predecessore: «Sono rapporti molto cordiali, molto buoni, ci sono visite, si parlano, si sentono. È chiaro: Papa Francesco è il successore di Pietro. Papa Benedetto è stato il Papa, ha rinunciato e si è ritirato per pregare. Pregare vuol dire aiutare il suo successore e la Chiesa, perché la Chiesa non viene governata soltanto con le parole e le decisioni, ma anche con la preghiera e con la sofferenza. Ed è quello che lui fa adesso. Non c’è nessun malinteso. Se ci sono delle interpretazioni diverse, qualche volta anche un po’ maliziose, questa… è la vita, è il mondo e anche la Chiesa. Non vedo nessuna confusione. Vedo qualche volta qualche nostalgia e qualche malinteso, però una confusione riguardo ai ruoli, riguardo a chi è il Papa, io questo non lo percepisco».

Il segretario particolare di Benedetto XVI ha risposto anche una domanda sulla «lobby gay» in Vaticano. «La lobby gay, non credo che sia una lobby di potere – ha detto – Si è cercato di rimediare e di dare la risposta necessaria». Ma «è stata esagerata l’importanza di questo gruppo, è stata data una risposta e una soluzione a suo tempo. Parlare di lobby potere è non soltanto esagerato, ma cento volte esagerato!».

(Andrea Tornielli / Vatican Insider)

6 Aprile 2017 | 09:41
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