Ticino e Grigionitaliano

Etiopia: I progetti della fondazione ticinese «Nuovo Fiore in Africa»

di Silvia Guggiari 

L’Etiopia e il Ticino grazie alla solidarietà sono molto vicini. Infatti, la visita a Lugano del card. Souraphiel ci offre l’occasione per fare il punto su una realtà ticinese che per il Paese africano ha fatto e continua a fare moltissimo. Come ci racconta il presidente Riccardo Braglia, la fondazione «Nuovo Fiore in Africa», che ha celebrato il decennale nel 2021, ha mosso i primi passi quattordici anni fa, poi nel 2011 «il desiderio mio e di mia moglie di costruire qualcosa per l’Africa è sfociato nella nascita della fondazione, grazie al sostegno di amici e conoscenti. Il primo progetto, nato per caso grazie all’incontro con una suora salesiana di Addis Abeba, è stato quello della scuola di Bole, una piccola realtà della periferia della capitale, dove tutto è iniziato con la creazione di un asilo, poi della scuola elementare, della scuola media e infine della scuola superiore. Accogliamo circa 1’250 ragazzi e quest’anno verranno consegnati i primi diplomi. Sarà davvero una bella gioia!».

Da quello di Bole, grazie agli incontri avvenuti in Etiopia durante i tanti viaggi del dott. Braglia e dei collaboratori della fondazione, sono poi partiti una serie di altri progetti nel Sud e nell’Ovest del Paese dove sono state realizzate diverse scuole elementari e scuole tecnico superiori, e dove la fondazione ha avviato e seguito alcuni progetti di formazione professionale collaborando con vari enti sia religiosi come i salesiani, i cappuccini, i cistercensi, ma anche con realtà laiche. «Scopo ultimo dei progetti – chiarisce il dott. Braglia – è sempre quello di offrire al maggior numero di beneficiari la possibilità di avere l’accesso all’educazione scolastica. Dall’Etiopiacisiamopoiallargatianche in altri Paesi africani: Sud Sudan, Madagascar, Congo, Togo, Ghana e per ultimo la Tanzania».

L’EtiopiarimaneperòilPaeseprincipale al centro della gran parte dei progetti e attività: una realtà nella quale «negli ultimi anni è stato molto difficile operare perché, oltre al problema Covid, ci siamo anche scontrati con la guerra nel Nord del Paese che non ha colpito le nostre scuole direttamente ma chiaramente ha compromesso moltissime situazioni. Durante la pandemia abbiamo avviato un progetto perché essendo le scuole chiuse, i bambini rischiavano di saltare il pasto che veniva loro assicurato dalla mensa scolastica. Abbiamo così creato un fondo speciale Covid per garantire un minimo di alimentazione agli allievi che si recavano a scuola solo per il pasto. Oggi le scuole e le mense sono aperte ma il problema del cibo continua ad essere molto grosso anche a causa della guerra in Ucraina e del blocco del grano». Ogni anno la fondazione finanzia progetti in Africa per circa un milione di franchi; attualmente è attiva con tre progetti nuovi in Etiopia e uno in Tanzania: «Per poterli realizzare cerchiamo fondi dai nostri donatori abituali, ma anche da nuovi», conclude il sig. Braglia.

Sul sito nuovofioreinafrica.org è possibile conoscere nel dettaglio i progetti della fondazione. Per info scrivere a info@nuovofioreinafrica.org

6 Giugno 2022 | 06:30
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