Enzo Bianchi, fondatore della Comunità monastica di Bose.
Chiesa

Enzo Bianchi: il discernimento è un'esigenza sempre più importante e va fatto in modo ecclesiale

«L’esigenza del discernimento si fa sempre più urgente. E se la Chiesa nel suo passato ha soprattutto meditato ed esperito il discernimento personale oggi è venuto il tempo soprattutto di ricercare ed esperire il discernimento comunitario, ecclesiale e, di conseguenza, sinodale». Lo ha affermato questa mattina Enzo Bianchi, fondatore della Comunità monastica di Bose, chiedendo il XXVI Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa ospitato in questi giorni al monastero.

Secondo Bianchi, quella vissuto è stata «una vera esperienza di lavoro sinodale, di strada fatta insieme ascoltando ciascuno le ragioni e le preoccupazioni dell’altro, per discernere insieme la volontà del Signore». E «se l’esercizio del discernimento tocca innanzitutto la vita personale del cristiano», per il fondatore di Bose, «quest’operazione difficile e faticosa deve oggi soprattutto estendersi anche alla vita ecclesiale, alle relazioni tra le Chiese e al tempo in cui viviamo».

«Occorre – ha spiegato – cercare insieme quei criteri di discernimento personali e comunitari necessari per raggiungere la conoscenza e la volontà di Dio, nella quale risiede ogni pienezza di vita e di salvezza».

Bianchi ha poi rilevato che «la condizione umana essenziale è quella di scegliere». «Il discernimento – ha proseguito – è precisamente l’arte della scelta, per discernere il tempo del presente, il ›kayros’ in cui Dio opera e parla, per discernere i segni dei tempi ma anche i segni dei luoghi e giungere al tempo della decisione».

«Discernere il tempo – ha evidenziato – è soprattutto scommettere sulla vita e non sulla morte; significa aprire futuro, non condannarsi al passato. Apprendere l’arte del discernimento è imparare a sperare e aver fiducia in Dio e nell’uomo».

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Enzo Bianchi, fondatore della Comunità monastica di Bose.
8 Settembre 2018 | 16:52
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