Ecumenismo dell’odio negli Usa: contrario al Magistero

Manicheismo 
«Negli Stati Uniti, il manicheismo politico-religioso è nato perché il linguaggio teologico ed ecclesiale, negli ultimi trent’anni specialmente, è divenuto molto polarizzato, a causa del sistema politico basato su due partiti. Quindi, su alcune questioni il laicato cattolico tende a identificarsi, anche dal punto di vista religioso, con i cattolici-repubblicani di un partito o i cattolici-democratici dell’altro. E’ un fenomeno che deriva dal sistema politico americano, ma anche dal carattere militante del suo cristianesimo, inclusa la Chiesa cattolica». Massimo Faggioli, storico del cristianesimo, docente alla Villanova University di Philadelphia, commenta e spiega il saggio su«Fondamentalismo evangelicale e integralismo cattolico» apparso sulla rivista ›La Civiltà Cattolica’, un articolo che ha suscitato un ampio dibattito.

Una politica soggetta alla religione 
«Gli Usa sono un paese fondato da una comunità di cristiani molto credenti, convinti che fosse necessaria una rifondazione sociale e politica totale per vivere insieme sotto il controllo della religione», spiega Faggioli. «La Chiesa cattolica ha un atteggiamento più cauto rispetto all’idea del dominio della religione sulla politica, ma negli ultimi anni negli Usa, c’è stata una migrazione d’idee e di persone dalle Chiese protestanti americane verso il cattolicesimo. C’è stata una grande massa di conversioni, anche fra intellettuali importanti, e questi convertiti hanno portato con loro questa idea protestante, essenzialmente calvinista e americana, per cui la politica è soggetta alla religione ed è difficile pensare a una separazione o a una distinzione fra questi due ambiti». «L’articolo de La Civiltà cattolica, quindi, – continua lo storico – punta in modo corretto la sua attenzione su questo fenomeno, che definisce ›Fondamentalismo evangelicale’, che è intellettualmente molto interessante, ma provoca alcuni problemi che vanno analizzati, come correttamente fa la rivista dei gesuiti».

Letteralismo biblico
«Si parla in questo caso di ›fondamentalismo’ perché è un tipo di cristianesimo che si basa sul testo biblico, sulla scrittura, in modo fondamentale. Cioè ritrova nella Scrittura alcuni passaggi letterali che fondano o rifondano una società, una civiltà o una legislazione, in modo diretto, non mediato dal Magistero della Chiesa, com’è per i cattolici. Questa dinamica è tipicamente americana – spiega Faggioli –  perché il letteralismo biblico in sé è un fenomeno estraneo al cattolicesimo che è più orientato sulla Tradizione della Chiesa piuttosto che direttamente sulla Scrittura. Negli Usa, invece, questa vicinanza alla tradizione calvinista-protestante ha fondamentalizzato alcuni cattolici».

La Teologia della prosperità 
«Un altro effetto di questo fondamentalismo evangelicale è la ›Teologia della prosperità’. Si tratta di un messaggio religioso diffuso negli Usa da alcune chiese cristiane neo-protestanti, secondo cui l’amore di Dio si rivela agli individui che sono in buona salute fisica e sono ricchi. Cioè, se uno è sano, è ricco e felice è un segnale che è amato da Dio. Questa è una teologia che è chiaramente eretica o aberrante, ma è molto importante in alcune Chiese protestanti – non solo degli Usa ma anche dell’America Latina e dell’Africa – e trova spazio, anche se in un modo diverso, all’interno del cattolicesimo americano. Questo è un fenomeno preoccupante perché è una diretta negazione del messaggio sociale della Chiesa cattolica sui poveri e la giustizia. C’è dunque un conflitto fra quello che la Chiesa dice sulla giustizia sociale e sui poveri e il ›Vangelo della prosperità’, secondo cui i poveri sono lontani da Dio. Una posizione che è esattamente il contrario di quella del Magistero». «Questo articolo – aggiunge Faggioli – fa il punto al momento giusto, perché il fenomeno Trump è l’elevazione della Teologia della prosperità a programma politico».

I legami con l’ascesa di Trump 
«Il fenomeno dell’elezione di Trump è indubbiamente legato anche al diffondersi di questa teologia. E’ un fatto che i pastori invitati dal presidente americano all’inaugurazione della sua amministrazione, il 20 gennaio scorso, fossero i più importanti rappresentanti della teologia della prosperità negli Usa. Anche all’interno della Chiesa cattolica statunitense, le posizioni contro la Chiesa dei poveri o il messaggio sociale di Papa Francesco sono un effetto delle infiltrazioni di questa teologia. Ed è un fenomeno particolare che non si verifica, mi pare, in altre comunità cattoliche nel mondo».

L’ecumenismo della trincea
«La Civiltà Cattolica – continua Faggioli – a proposito di questa fusione tra Fondamentalismo evangelico e Cattolicesimo integralista giunge a parlare di ecumenismo fondamentalista e lo definisce ›dell’odio’. Il motivo sta nel fatto che è un tipo di ecumenismo che non si preoccupa di creare dei ponti con i lontani, ma di identificare i lontani come nemici comuni sia ai cattolici che ai protestanti. E tra questi annovera i musulmani, in alcuni casi addirittura gli ebrei – con una sorta di antisemitismo – e non è quindi finalizzato al dialogo. L’articolo lo chiama ›ecumenismo dell’odio’, ma sono proprio i sostenitori di questo tipo di fenomeno a definirlo ›ecumenismo della trincea’. In questa visione il mondo è in guerra contro di noi e noi cristiani di diverse confessioni dobbiamo organizzarci per combattere questa guerra. E’ inutile dire che si tratta di un ecumenismo totalmente diverso da quello che Papa Francesco chiama l’ecumenismo ›del sangue’, cioè del martirio. E’ un ecumenismo molto diverso che negli Usa ha un rilievo teologico, culturale e politico abbastanza importante, specialmente con la presidenza Trump».

Netto contrasto col Magistero 
«E’ un fatto oggettivo che questo ecumenismo che predica la ›guerra spirituale’, che si sta diffondendo negli Usa, sia in diretto contrasto con il Magistero del Papa. Si fa spazio con diversi linguaggi: ma, per esempio,molte delle recenti conversioni dalle Chiese evangelicali a quella cattolica, negli Usa, nascono nel riconoscimento di quest’ultima come una Chiesa più forte e cioè capace di combattere il nemico: in quella visione gli asiatici, i musulmani e altri. E’ una visione ideologica che accomuna diverse chiese che si ritrovano sulla stessa lunghezza d’onda ma non è quella del Magistero cattolico degli ultimi cinquant’anni».

(Radio Vaticana)

21 Luglio 2017 | 07:35
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