È ticinese lo studio di fattibilità della nuova caserma delle Guardie Svizzere

Lo studio di architettura luganese di Pia Durisch e Aldo Nolli ha elaborato il progetto di fattibilità per la ricostruzione della Caserma delle Guardie Svizzere a Roma, in Vaticano.

Jean Pierro Roth, presidente della fondazione svizzera che sostiene il progetto, aveva consegnato alle autorità competenti in materia del Vaticano il 31 gennaio 2018 la documentazione necessaria. Le autorità vaticane si sono pronunciate favorevolmente. Sulla base dello studio, la Segreteria di Stato è entrata in materia su una delle tre opzioni presentate che sono: un rinnovamento parziale dell’edificio, una sistemazione dei volumi garantendo i muri dell’attuale palazzo oppure la ricostruzione completa della caserma.

Dopo un primo Semaforo verde del Vaticano la fondazione può passare ora ad una fase successiva: uno studio che per la primavera del 2019 dovrà stabilire quali sono gli elementi tecnici, architettonici e finanziari necessari affinché venga presa la decisione finale. La caserma si ricostruirà sul perimetro dell’attuale stabile. Il progetto prevede la costruzione di due palazzi, al posto degli attuali tre e una serie di altri importanti lavori. Una ricostruzione, da ultimo, che oltre a voler rendere più confortevoli e moderni gli ambienti dove vivono le guardie, sarà anche ecosostenibile. Resta in sospeso la questione del possibile rifacimento dell’attuale facciata che risale al 1825 e che guarda sul versante italiano. La decisione quindi dovrà essere presa da entrambi gli Stati: Italia e Vaticano.

Stand informativo al Palexpo, il 21 giugno, prima della Messa del Papa

La fondazione che si sostiene il progetto allestirà il 21 giugno prossimo, al Palexpo a Ginevra, in occasione della Messa del Papa con i pellegrini svizzeri, uno stand informativo dedicato alla presentazione dei lavori previsti.

fonte: cath.ch/bh