Ticino e Grigionitaliano

Due storie ticinesi per la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani

Indetta dal Papa per domenica 25 luglio
Su catt.ch è disponibile il materiale predisposto dal Vaticano per la giornata dei nonni e degli anziani del 25 luglio. Esso comprende alcuni sussidi e il Messaggio completo di papa Francesco. La Pastorale giovanile della diocesi di Lugano invita i giovani a sostenere l’iniziativa.

«Il futuro del mondo è nell’alleanza tra i giovani e gli anziani», un’alleanza tra entusiasmo, vitalità e il tesoro di una memoria del passato che le generazioni più adulte serbano e possono trasmettere alle nuove. È questo l’auspicio di papa Francesco, che ha indetto per domani la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani. Ad accompagnare l’iniziativa, vi è un Messaggio che il Papa ha voluto diffondere: «Non importa quanti anni hai, se lavori ancora oppure no, se sei rimasto solo o hai una famiglia, se sei diventato nonna o nonno da giovane o più in là con gli anni, se sei ancora autonomo o se hai bisogno di essere assistito, perché non esiste un’età per andare in pensione dal compito di annunciare il Vangelo, dal compito di trasmettere le tradizioni ai nipoti. C’è bisogno di mettersi in cammino e, soprattutto, di uscire da sé stessi per intraprendere qualcosa di nuovo». In un Ticino dove gli anziani sono un motore indispensabile del volontariato non solo nelle parrocchie, abbiamo raccolto due storie che rispondono all’invito del Papa.

La cura dell’altro nella parrocchia di Lugano-Besso
Nella parrocchia di San Nicolao della Flüe a Lugano-Besso questa intuizione, su iniziativa del parroco don Marco Dania, ha il volto concreto di un vero e proprio «gruppo anziani»: nato diversi anni fa e coordinato da Sergio Bernasconi è ormai diventato un punto di riferimento per l’intera comunità parrocchiale. Ma non è solo il ritrovo mensile a permettere ai parrocchiani anziani di incontrarsi: la loro presenza è palpabile tutto l’anno. Sono proprio gli anziani, infatti, a occuparsi del mercatino di Natale, del presepe e dei vestitini per i «cantori della stella», solo per citare alcuni esempi. Una bella collaborazione supportata da un altro testo del Papa che don Marco ha voluto suggerire loro per la preghiera e la meditazione: il discorso pronunciato da Francesco in occasione dell’ultima Giornata della Pace, in cui vengono date le coordinate per una «cultura della cura e della vicinanza». «Prendersi cura di qualcuno non è una terapia», ci spiega don Marco. «L’atto terapeutico del curare può essere fatto anche  meccanicamente; se invece mi prendo cura di qualcuno devo lasciarmi interpellare da chi mi sta di fronte. Ho invitato  gli anziani della parrocchia a portare questa attenzione anzitutto in famiglia, in particolare verso i nipoti per trasmettere la fede. Ultimamente, poi, ho chiesto loro di avere un’attenzione particolare anche per il proprio vicinato. E, prendendo spunto dall’esempio di quanto già fatto spontaneamente da una delle anziane, la signora Francesca, abbiamo deciso: arriva un nuovo vicino? Portiamogli un fiore! Come spesso dico, ricordiamoci, che il futuro è degli anziani e sono loro che trasmettono la sapienza del vivere!».

Genitori e nonni insieme: una bella sfida!
Dall’esperienza di fede all’essere nonni consapevoli del proprio ruolo: è questo che vivono Flavia e Flavio Piattini, di Agno. Oggi poco più che sessantenni, la loro preoccupazione è anzitutto quella di «esserci». Esserci come nonni, a disposizione delle due nipotine e dei propri tre figli ormai adulti, ma anche come genitori della coppia di gemelli che da cinque anni a questa parte è entrata a far parte della loro vita di famiglia affidataria. Una bella storia, che inizia quando, alcuni anni fa, Flavia decide di lasciare l’insegnamento nelle scuole e, alla notizia, viene ricontattata da un’assistente sociale di loro conoscenza. «Ho una nuova sfida per te e Flavio». La «sfida», concretamente, ha i volti di due bambini di un istituto del Luganese, che accoglie giovani con una storia di disagio famigliare. Accanto a questa esperienza, i coniugi Piattini vivono con entusiasmo il loro essere nonni: «Il fatto che ai nonni venga richiesta una presenza sempre maggiore accanto ai nipoti cambia anche il nostro ruolo. Non siamo più solo i nonni dei possibili regali e «vizi» concessi, ma diventiamo a nostro volta educatori dei nipoti», ci racconta Flavio. Ma la loro energia, il loro impegno, sia come genitori che nonni, ha un segreto: esserci anche come coppia cristiana. «Vivere più giornate alla settimana con i nipoti, vuole dire condividere la vita quotidiana, le nostre gioie ma anche le nostre fatiche, il nostro modo di pensare, di comportarci anche come coppia, di testimoniare i valori in cui crediamo. Le nostre abitudini non sono cambiate e non abbiamo stravolto nulla, a maggior ragione nel nostro essere cristiani. Quello in cui crediamo ci sforziamo di condividerlo, pur con tutti i nostri limiti e debolezze, in tutte le nostre relazioni familiari e quindi anche con i nostri nipoti. E poi ovviamente sono i più piccoli che ci stimolano con la loro vivacità e che ci pongono quelle domande che ti «spiazzano» e  che forse i nostri figli non osavano rivolgerci». Flavia e Flavio sono anche, da tempo immemorabile, scout, e partecipano annualmente al pellegrinaggio diocesano a Lourdes come «foulard bianchi». Il loro sogno è che, tra qualche anno, possano portarvi anche i figli e le nipotine. A questo impegno, fino all’anno scorso, si è affiancato quello di catechisti in parrocchia; ora, dismessi i panni di catechista, Flavia prova a ripartire dal ministero del lettorato, per il quale da marzo di quest’anno sta seguendo i corsi di formazione. «Prima delle parole, viene la testimonianza. Il Papa stesso, con il suo esempio, trovo ci sproni proprio a questo: ad andare avanti e a reinventarci con fantasia. A Lourdes, ai piedi della Madonna, abbiamo imparato proprio questo: uno spirito di disponibilità al servizio. Il servizio cristiano è contraddistinto dall’apertura: servire vuol dire accogliere. La formazione al lettorato è, inoltre, l’occasione di «ricaricare» un po’ le batterie; dopo aver dato tanto, riparto dalle fondamenta del mio essere cristiana».

di Laura Quadri

24 Luglio 2021 | 16:04
Tempo di lettura: ca. 4 min.
anziani (32), nonni (11), PapaFrancesco (1456)
Condividere questo articolo!