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Drammatico rapporto di Amnesty sulle morti di migranti nel Mediterraneo

Vaticannews da spazio al drammatico rapporto pubblicato in questi giorni da Amnesty international riguardo all’aumento di morti di migranti nel Mar Mediterraneo. Amnesty International in un rapporto denuncia il devastante impatto delle politiche dell’Ue che in soli due mesi, tra giugno e luglio 2018, hanno portato ad almeno 721 morti in mare. «Queste politiche europee – spiega a vaticannews Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia – sono responsabili dell’aumento dei migranti morti nel Mediterraneo centrale, accompagnato dall’aumento delle persone arbitrariamente detenute nei centri libici e sottoposte a tortura»

I dati dei respinti in Libia

L’analisi di Amnesty International è drammatica: l’Unione europea è più preoccupata di tenere le persone fuori piuttosto che salvare vite umane. Il numero dei detenuti è più che raddoppiato negli ultimi mesi, passando dai 4.400 di marzo ai più di 10.000 – fra cui 2000 donne e bambini – della fine di luglio. Praticamente tutti sono finiti nei centri dopo essere stati intercettati in mare e riportati in Libia dalla Guardia costiera libica, che è equipaggiata, formata e appoggiata dai governi europei, scrive ancora Amnesty. «Di solito – commentano  aggiunge Noury – quando si vogliono negare i diritti umani, l’Ue marcia compatta, quando li si vuole difendere ognuno va per conto suo in maniera disordinata. Chi vuole difenderli è sempre minoranza e oggi abbiamo la vittoria, a costi amarissimi di vite umane, di quella politica che cerca attraverso la fabbrica della paura di produrre insicurezza, proporre soluzioni spicce e sbrigative e ottenere consenso e risultato elettorale».

vaticannews/red

| © catt
8 Agosto 2018 | 18:16
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