Commento

Dossier Fides su missionari uccisi. Valente: solo la punta dell'iceberg

23 in tutto il mondo i missionari assassinati con ferocia nel 2017 «in contesti di povertà economica e morale dove violenza e sopraffazione sono assurte a regola di comportamento».

Dossier Fides: solo la punta dell’iceberg

«Questi dati sono solo la punta dell’iceberg delle sofferenze vissute da chi si trova in diverse condizioni ad annunciare il Verbo di Dio». Così Gianni Valente, redattore dell’ Agenzia Fides, organo d’informazione delle Pontificie Opere Missionarie, commenta i dati del Dossier apparso di recente: atti di violenza, di criminalità organizzata, tentativi di sequestro, tutte condizioni in cui i religiosi hanno sofferto e dato la vita, nel contesto della testimonianza che la Chiesa dà al mondo, stando accanto alla gente.

Sorprende in America latina i dati peggiori

Il conto, si legge nel rapporto, non tiene in considerazione la «lunga lista dei tanti, di cui forse non si avrà mai notizia». «Da mettere in rilievo – aggiunge Valente – il fatto che  in America centrale e in quella del sud sono stati uccisi più missionari. Non nei Paesi a maggioranza islamica o dell’Asia. Negli ultimi nove anni il Messico è divenuto la nazione con più sacerdoti uccisi». Incide sicuramente almeno in parte, aggiunge Valente, il «logoramento del senso di rispetto per l’abito sacerdotale».

Le vicende lette con gli occhi della fede

«Il dossier poi – conclude Valente – non si limita a riportare i freddi numeri di una conta di morte  ma tutte le vicende vengono lette con gli occhi della fede». La Chiesa, infatti, secondo il giornalista di Fides, non si è mai «lamentata dei propri martiri, ma li ha celebrati, e li celebra, come eroi. E questo il dossier lo mette in piena evidenza».

Federica Piana – Città del Vaticano – VaticanNews

3 Gennaio 2018 | 18:20
Tempo di lettura: ca. 1 min.
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