Donne impegnate per un'economia a misura d'uomo

Tra le donne su cui ci invita a riflettere la Campagna ecumenica di Sacrificio Quaresimale e Pane per tutti c’è anche la teologa svizzera Ina Praetorius, esperta di etica sociale, cofondatrice dell’associazione «Wirtschaft ist Care» («Economia è cura») e membro del comitato organizzativo del Sinodo ecumenico delle donne, che si riunisce in Svizzera dal 1995.

Signora Praetorius, attualmente si batte per un’economia più sana anche in Svizzera. Cosa l’ha spinta ad iniziare questa battaglia? «L’economia normalmente viene vista come il mezzo più comune per soddisfare i bisogni dell’uomo. Data la sua essenzialità, mi impegno affinché essa riscopra i suoi valori etici fondanti, al posto di promuovere solo il guadagno. Bisognerebbe, ad esempio, riconoscere tutto il lavoro nascosto delle donne, che esse quotidianamente svolgono, anche dietro le mura di casa. Mia madre era al contempo una famosa musicista e un’entusiasta casalinga. Da lei ho imparato molto presto che è possibile vivere su di sé queste apparenti contraddizioni».

Da poco si è celebrata la Giornata internazionale delle donne, cosa ci può dire? «Dal punto di vista giuridico le donne hanno raggiunto molto. Ma ora si tratta di impiegare la visibilità che abbiamo acquisito per il bene di tutti. Dobbiamo capire come la questione femminile possa interagire con il problema climatico, della povertà, o della finanza. Perché, ad esempio, gli individui più ricchi della terra sono unicamente uomini? Cosa significa? Tuttavia, non deve trattarsi di una riflessione condotta unicamente dalle donne; durante il Sinodo del 2020, abbiamo previsto la partecipazione di uomini, affinché la riflessione trovi tutti d’accordo».

Come è iniziato il suo avvicinamento alla tematica femminile? «Le mie riflessioni nascono dal mio lavoro di dottorato, difeso alla Facoltà di Teologia dell’Università di Zurigo negli anni Novanta e con il quale sono riuscita a dimostrare che i teologi riformati, fino agli anni Ottanta, intendevano solo «uomo» (in tedesco, «Mann») quando utilizzavano il termine «essere umano» (»Mensch»). La tesi è diventata un’opera di riferimento». Cosa augura ai suoi figli? «Ad oggi vivono sulla terra circa otto miliardi di persone, assieme ad altre innumerevoli forme di vita. Mi auguro che questa convivenza magnifica funzioni sempre meglio in futuro ».

C’è qualcosa che le dà forza nelle sue battaglie? «Il silenzio. Da anni mi riservo degli spazi per praticarlo».

Laura Quadri

21 Marzo 2019 | 16:36
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