Don Mazzetti in India con un gruppo di ticinesi (novembre 2002)
Ticino e Grigionitaliano

Don Mazzetti, l'intervista del 2016: «Sempre felice di essere prete»

È deceduto oggi, 12 aprile 2021, mons. Luigi Mazzetti. Aveva 94 anni, di cui 70 spesi a servizio della Chiesa. Lo ricordiamo in questa bella intervista che aveva rilasciato al Giornale del Popolo nel 2016 in occasione dei suoi 65 anni di sacerdozio. Con gioia ed entusiasmo mons. Mazzetti aveva ripercorso il suo percorso di vita e le tante belle esperienze che gli anni di sacerdozio gli avevano donato.

di Silvia Guggiari

È un fiume in piena mons. Luigi Mazzetti; d’altronde raccontare questi 65 anni di sacerdozio non è cosa semplice. Prima di tutto perché sono davvero tanti, e poi perché sono vissuti con una intensità stravolgente. E così con grande precisione e memoria, ci racconta la sua infanzia, segnata dalla perdita prima del padre e ancora troppo presto della madre; gli anni della vocazione arrivata da ragazzo a Rovio che, ricorda, «non è stata una folgorazione o una chiamata improvvisa, ma un qualcosa che era già dentro di me e che il Signore ha coltivato per anni», il seminario e i diversi incarichi nella diocesi di Lugano, tutti vissuti con grande intensità e gioia. I suoi occhi, mentre racconta, sono pieni di entusiasmo e di gratitudine verso una vocazione pienamente spesa e vissuta: «Sono sempre stato felice di aver scelto di diventare sacerdote. La mia vocazione è stata lunga e a volte anche difficile, ma è stato qualcosa che è stato coltivato in me fin dal principio. Il Signore mi ha poi preparato negli anni: sono stato cresciuto da mia nonna ed è lei che mi ha insegnato ad andare in chiesa e a gustare le cose della Chiesa», poi gli anni in orfanotrofio, al Maghetti prima e al San Bosco di Maroggia poi, hanno continuato a gettare le basi e i semi per una scelta che diventava a poco a poco più chiara.

Il 5 ottobre 1940 mons. Mazzetti entra in seminario dove intraprende gli studi liceali e si sente «felice e beato, protetto dal mio parroco che almeno una volta a settimana veniva a trovarmi. Godevo di lui, di quello che aveva studiato, che aveva fatto e di quello che mi raccontava. Il suo affetto e il suo sostegno mi incoraggiavano sempre di più. In quegli anni il seminario era veramente qualcosa di bello, anche se molto pesante. Finito il liceo, non mi sentivo però adatto per fare il sacerdote. Mi sembrava troppo vedendo l’esempio dei preti straordinari che mi circondavano». Don Luigi non si sente all’altezza, i dubbi ci sono, come per ogni scelta, ma capisce che «per diventare sacerdote ci vuole tempo e fatica». Incoraggiato anche dal vescovo Jelmini, intraprende il percorso di formazione in Seminario e, fin da subito, viene eletto Prefetto per quattro anni: un ruolo importante e di grande responsabilità in cui «bisognava essere disponibili e aver cura di ogni ragazzo».

Il primo incarico da sacerdote è nella parrocchia di Novazzano, dove mons. Mazzetti vi rimane per 25 anni, 15 come vicario e 10 come parroco. Qui trova una bellissima realtà parrocchiale, animata dall’Azione Cattolica, dove «mi hanno coinvolto fin da subito in una maniera stupenda», ricorda il sacerdote. Dopo la bella e lunga esperienza a Novazzano, don Luigi viene nominato parroco di Morbio Inferiore e rettore del Santuario della Madonna dei Miracoli, dove rimane per 20 anni. «A quel tempo, Morbio era meta di tantissimi pellegrinaggi da tutta Europa. Mi sono preso a cuore la cura del Santuario e l’accoglienza dei pellegrini. Sono stati anni stupendi».
Mons. Mazzetti è stato poi chiamato dall’allora vescovo Giuseppe Torti che aveva pensato a lui come canonico penitenziere a Lugano, ruolo che svolge da 20 anni. Ancora oggi esercita quotidianamente il ministero della confessione nella chiesa dell’Immacolata a Lugano, con fede e dedizione, «vorrei fare di più – confida – ma il Signore non me lo permette».

Altro capitolo fondamentale dell’operato di mons. Mazzetti è quello che riguarda la missione da lui fondata 40 anni fa in India e da cui è nata, nel 1989, la Fondazione Madras-Morbio Inferiore che in questi anni ha sostenuto, tra le altre opere, la costruzione di un lebbrosario poi trasformato, seguendo le esigenze locali, in un ospedale per la cura dei bambini colpiti dall’AIDS.


Impossibile riassumere in queste poche righe ottantanove anni di vita, di cui sessantacinque di sacerdozio. Certamente è da sottolineare che quella di mons. Mazzetti è una testimonianza di vita umile e forte. Un sacerdozio speso ogni giorno nella fedeltà alla Chiesa locale e con quella grande attenzione verso i più umili che lo ha portato, per ben undici volte, fino in India con numerose iniziative caritatevoli.
Un ministero, il suo, vissuto all’interno di una Chiesa che ama e che auspica viva sempre con semplicità evangelica: «I sacerdoti di oggi non vanno lasciati soli», conclude don Luigi.

Articolo pubblicato sul Giornale del Popolo del 19 maggio 2016

Don Mazzetti in India con un gruppo di ticinesi (novembre 2002) | © Jo Locatelli
12 Aprile 2021 | 21:24
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