Il cardinale Konrad Krajewski mentre distribuisce cibo ai poveri e senzatetto (VaticanInsider).
La storia

Don Corrado, il cardinale amico dei clochard

«Stavo preparando la bicicletta per uscire dal Vaticano, quando mi hanno chiamato per dirmi di ascoltare il Papa al Regina Coeli… Non ne sapevo assolutamente nulla. E non ci voglio proprio pensare a ciò che mi è capitato addosso: mi sto preparando per andare questa sera alla stazione Ostiense, a portare da mangiare ai senzatetto». La voce del vescovo polacco Konrad Krajewski, 54 anni, Elemosiniere di Sua Santità, originario di Łódź e per tutti «don Corradoˮ, tradisce l’emozione e la sorpresa per l’essersi visto incluso nella lista dei nuovi cardinali. Il braccio operativo del Pontefice per la carità verso i clochard, gli immigrati, i rifugiati, i bisognosi riceverà insieme ad altri tredici «colleghiˮ la berretta di porpora il 29 giugno, entrando così a far parte dei più stretti consiglieri del Papa e degli elettori del suo successore in caso di conclave, disposti a servire la Chiesa e il Vescovo di Roma «usque ad sanguinis effusionem», fino all’effusione del sangue, simboleggiato dal colore degli abiti. 

  

L’Elemosiniere pontificio non è mai stato un incarico cardinalizio. Il gesto di Francesco rappresenta dunque un segno di predilezione e anche un riflettore acceso sull’attività che don Corrado porta avanti in prima persona, senza risparmiarsi e senza mai rimanere dietro la scrivania. Il suo lavoro principale si svolge per strada, nelle stazioni, nei centri di accoglienza. «Per me e per il mio lavoro questo onore del cardinalato può rappresentare una complicazione – spiega a Vatican Insider dopo essere rimasto per due ore a pregare in cappella, senza capacitarsi per quanto accaduto, per lui totalmente inaspettato – ma forse il Santo Padre vuole manifestare così la sua attenzione per le periferie e per le nuove e vecchie povertà». 

  

Il nome di Krajewski è stato associato tante volte negli ultimi cinque anni ad iniziative spesso clamorose: le docce e il servizio barberia sotto il colonnato per poveri e senzatetto, gli ambulatori medici «volantiˮ per curare i poveri per la strada, la distribuzione di cibo e sacchi a pelo nelle stazioni, le tessere telefoniche per gli immigrati, gli aiuti distribuiti personalmente ai terremotati. «Ma io non ho fatto niente di mia iniziativa, tutto è sempre partito dal Papa, dunque a me non va attribuito proprio alcun merito. La notizia è arrivata come un’assoluta sorpresa. Penso che sia un attestato di attenzione e vicinanza per tutte quelle realtà che assistono i poveri. A me bastava essere Elemosiniere del Papa per essere ascoltato, perché rappresento lui. Quando mi danno delle offerte per i poveri si fidano perché si fidano del Papa». 

  

Monsignor Kraiewski, che si occupa anche di trovare luoghi di accoglienza per rifugiati e migranti, vive in un piccolo appartamento al piano terra, prospiciente l’ufficio dell’Elemosineria apostolica vaticana, a ridosso delle mura affacciate su via di Porta Angelica. Conosce per nome molti senzatetto che dimorano nei dintorni del Vaticano e in altre zone della città. Quando è possibile, li coinvolge per far loro svolgere piccoli lavori, assicurando sempre anche un pasto caldo. È come se Francesco avesse voluto dire: quelli che prendono sul serio le parole di Gesù nel Vangelo sul dar da mangiare all’affamato, da bere all’assetato, visitare il carcerato, ospitare il forestiero, sono i miei principali collaboratori.  

  

«Sono ancora molto confuso – conclude don Corrado prima di uscire accompagnato da alcuni volontari, gendarmi vaticani, per distribuire derrate alimentari alla stazione Ostiense – e in queste ore continuo a ripetere le parole di un santo sacerdote, don Dolindo Ruotolo, ben conosciuto da Padre Pio, che diceva «Pensaci tu Gesùˮ». 

Andrea Tornielli – VaticanInsider

Il cardinale Konrad Krajewski mentre distribuisce cibo ai poveri e senzatetto (VaticanInsider).
22 Maggio 2018 | 09:13
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