Dominique Wolton: Papa Francesco, uomo libero e coraggioso

E’ uscito ieri in Francia il libro di Dominique Wolton intitolato«Politique et société» (Éditions de l’Observatoire), frutto di una serie di colloqui con Papa Francesco. Tanti gli argomenti affrontati: dall’immigrazione al ruolo geopolitico dell’Europa, dal concetto di sana laicità alla questione islamica oggi, e poi ancora pensieri sulla Chiesa, sul matrimonio, ideologia gender, aborto e altro.

Nel suo modo di comunicare – spiega ai nostri microfoni il sociologo francese – il Papa «non si muove nel nostro stesso spazio-tempo: noi facciamo riferimento a 30 anni, mezzo secolo massimo, mentre lui è su un tempo storico di 3000 anni e i suoi riferimenti quanto meno saltano il secolo». Si riferisce in modo costante al Vangelo, i suoi ragionamenti sono sempre pieni di fede, si rivolge ai poveri, agli esclusi. E’ un Papa «molto vicino alla gente: ha rivitalizzato il concetto di popolo, ad esempio, rispetto a una concezione europea che è piuttosto diffidente».

Riguardo alla crisi migratoria, il Papa – afferma Wolton – dice che «l’Europa tradisce i suoi valori» e «non è capace di applicare la propria tradizione umanistica». Francesco non parla solo in quanto latinoamericano, ma anche da persona che ha radici europee, origini italiane: «Considera che l’Europa abbia responsabilità particolari» e che «non deve fare la nonna, ma la madre, e da latinoamericano è portato a pensare che se non lo farà l’Europa, altre parti del mondo lo faranno».

Wolton ricorda anche il concetto di «sana laicità» espresso dal Pontefice, «cioè una sana separazione della dimensione religiosa da quella politica». Dice che la laicità francese va bene ma che dovrebbe aprirsi alla spiritualità, «cosa che non avviene adesso ma che secondo lui un giorno avverrà». E’ inoltre «molto attento alle disuguaglianze economiche e sociali e al fatto che evidentemente le nostra società non possono vivere così sazie, con un tale squilibrio. E’ molto sensibile alla povertà. In effetti – rileva il sociologo francese – lui è sensibile alla povertà come gli europei lo erano negli anni ’50, ma siccome in 50 anni siamo diventati ricchi, siamo diventati anche meno sensibili, mentre lui, venendo dall’America Latina, dove la povertà è molto più visibile, è molto più sensibile. Dunque per noi è un contributo che ci viene dalle sue origini».

L’ultima parte del libro è più personale: Papa Francesco parla delle sue gioie e delle sue difficoltà. Wolton confessa di essersi «commosso» per «tanta libertà, tanta onestà da parte di un Papa», nonostante il suo ruolo. Riconosce la «profonda umanità» di Francesco, «il suo senso della politica, la sua onestà intellettuale». «E’ una persona che detesta la rigidità, il conformismo» afferma Wolton, che si dice colpito dal coraggio di quest’uomo che dice che niente gli fa paura e che «andrà fino in fondo, nella piena consapevolezza della fragilità degli uomini, della storia e di se stesso».

VaticanInsider

 

7 Settembre 2017 | 07:00
Tempo di lettura: ca. 2 min.
libro (126), Papa (1254), wolton (2)
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