Commento

Dialogo con la Cina: una riflessione

Come è noto, secondo la prassi internazionale, le trattative fra gli Stati avvengono nella confidenzialità e, normalmente, sono resi pubblici solo i risultati finali. Perciò, non si conoscono i particolari del dialogo tra la Santa Sede e le Autorità cinesi. Tuttavia, se alla fine ci sarà un’intesa, possiamo immaginare che essa permetterà alla Chiesa sia di ricomporre l’unità della guida pastorale nelle Diocesi che vedono la compresenza di due comunità sia di provvedere alle numerose Diocesi che sono da tempo senza il Vescovo, affinché ciascuna di esse abbia un Pastore ammesso e riconosciuto dalla Chiesa e dallo Stato.

Non ci si può aspettare che una simile operazione sia indolore. Vi saranno necessariamente malcontenti, sofferenze, rinunce, risentimenti e perfino la possibilità di nuove tensioni. Ma questa specie di «passaggio attraverso la cruna dell’ago», cui la Chiesa cattolica in Cina è chiamata, tutti speriamo che sia purificatore e foriero di bene: non vi saranno vincitori e vinti e sarà considerato prezioso il contributo di tutti. Poiché, come dice il cardinale Pietro Parolin, «qui non si tratta di dare un colpo di spugna che ignora o, quasi magicamente, annulla il sofferto percorso di tanti fedeli e Pastori, ma di investire il capitale umano e spirituale di tante prove per costruire un futuro più sereno e fraterno, con l’aiuto di Dio».

Continua a leggere la riflessione di Sergio Centofanti e Padre Bernd Hagenkord su VaticanNews.

| © vaticanmedia
13 Luglio 2018 | 13:36
Tempo di lettura: ca. 1 min.
chiesa (578), cina (108)
Condividere questo articolo!