Crisi ecologica, Francesco: non c’è più tempo per aspettare, bisogna agire

La Santa Sede è convinta che ogni iniziativa del Consiglio d’Europa «possa raggiungere il mondo intero». In questo senso, «si vede con interesse la decisione che il Consiglio d’Europa vorrà prendere per la creazione di un nuovo strumento giuridico atto a legare la cura dell’ambiente al rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo». È quanto sottolinea Papa Francesco nel messaggio rivolto ai partecipanti all’evento di alto livello dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa in corso a Strasburgo fino al 30 settembre. Si tratta di un evento, incentrato sui temi dell’ambiente e dei diritti umani, che si tiene alla vigilia della COP26, in programma il prossimo mese di novembre a Glasgow.

Il diritto a vivere con dignità

Nel messaggio, il Papa torna alla visita del 25 novembre del 2014 al Parlamento europeo e al Consiglio d’Europa. E dopo aver ricordato «l’importanza della cura della casa comune», al centro dell’enciclica Laudato si’, ribadisce un’urgenza: «non c’è più tempo per aspettare, bisogna agire». «Ogni strumento che rispetti i diritti umani e i principi della democrazia e dello stato di diritto, valori fondamentali del Consiglio d’Europa, può risultare utile per affrontare questa sfida globale». «Nessuno – sottolinea Francesco – può negare il diritto fondamentale di ogni essere umano a vivere con dignità e a svilupparsi integralmente.» «Quando invece l’essere umano si pensa come il signore dell’universo, e non come il suo amministratore responsabile, quando non riconosce più la sua giusta posizione in relazione al mondo, giustifica qualsiasi tipo di spreco, sia ambientale che umano, e tratta le altre persone e la natura come meri oggetti».

Prendersi cura della casa comune e dell’uomo

Citando l’antica espressione «esse oportet ut vivas, non vivere ut edas” (si deve mangiare per vivere, non vivere per mangiare), il Papa aggiunge: «si deve consumare per vivere, non vivere per consumare». «E soprattutto mai si deve consumare sfrenatamente, come accade oggi. Ognuno deve usare della terra ciò che serve al proprio sostentamento». «Tutto è collegato, e come famiglia delle nazioni – ribadisce il Pontefice – dobbiamo avere una comune preoccupazione: guardare che l’ambiente sia più pulito, più puro e si conservi. E prenderci cura della natura, affinché essa si prenda cura di noi». Per Francesco è necessario «un reale cambiamento di rotta», «una nuova coscienza del rapporto dell’essere umano con sé stesso, con gli altri, con la società, con il creato e con Dio».

Ai giovani: «Promuovete una cultura della cura che vada oltre le soluzioni tecniche e politiche»

È una «visione capace di mettere in crisi il mondo degli adulti», quella dei giovani riuniti a Milano per il Youth 4 Climate, il seminario dedicato alla promozione di un’educazione sostenibile organizzato dall’Italia in vista della Cop26 di Glasgow, che il Papa ringrazia in un videomessaggio, in spagnolo,  direttamente rivolto a loro. Sogni, progetti di bene e preoccupazioni, tanto per le relazioni umane quanto per la cura dell’ambiente, che rivelano non solo una preparazione all’azione, ma anche una disponibilità «all’ascolto paziente, al dialogo costruttivo e alla comprensione reciproca».

Risposte condivise al cambiamento storico

«Si dice che siete il futuro», dice Francesco ai giovani, «ma in queste cose siete il presente, siete quelli che stanno costruendo oggi, nel presente, il futuro».  L’incoraggiamento è a unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa «per formare generazioni salde nel bene, mature», che superino le frammentazioni verso «un’umanità più fraterna». Un obiettivo condiviso con il Patto educativo globale per i giovani e tra le generazioni promosso dal Papa nel settembre del 2019, che si propone di «dare risposte condivise al cambiamento storico che l’umanità sta sperimentando e che la pandemia ha reso ancora più evidente». C’è bisogno, quindi, di una «cultura della cura» e del «condividere responsabile» e di «soluzioni che superino la povertà energetica e che pongano la cura dei beni comuni al centro delle politiche nazionali e internazionali». Soluzioni «sagge» che favoriscano una produzione sostenibile, l’economia circolare e la messa in comune delle tecnologie adeguate.

Siamo tutti parte di un’armonia cosmica

«Le soluzioni tecniche e politiche», ribadisce ancora il Papa, non sono infatti sufficienti «se non sono sostenute dalla responsabilità di ogni membro e da un processo educativo che favorisca un modello culturale di sviluppo e di sostenibilità incentrato sulla fraternità e sull’alleanza tra l’essere umano e l’ambiente». «Ci dev’essere armonia tra le persone, uomini e donne, e l’ambiente», conclude, «non siamo nemici, non siamo indifferenti. Facciamo parte di questa armonia cosmica».

Vatican News

30 Settembre 2021 | 15:39
Tempo di lettura: ca. 3 min.
DirittiUmani (14), ecologia (34), laudatosi (20), PapaFrancesco (1457)
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