Covid-19, il Portogallo regolarizza i richiedenti asilo

Siamo tutti sulla stessa barca e nessuno si salva da solo. Sono questi alcuni dei passaggi ripresi con più frequenza dai media dopo lo storico momento di preghiera di Papa Francesco – in una piazza San Pietro vuota – di venerdì 27 marzo. La fragilità umana si mostra a tutti, ciascuno è chiamato non solo ad affrontarla, ma innanzitutto a riconoscerla. In questo senso, è altrettanto importante ed urgente non disconoscere i diritti di coloro che sono ancora più fragili. Tra queste persone vi sono anche i richiedenti asilo, chi da tempo attende un riconoscimento, uno status che gli permetterà di ricevere, tra l’altro, l’assistenza sanitaria del Paese in cui si trova.

La decisione del Portogallo

A Lisbona si sono posti il problema: cosa fare con chi attende un riconoscimento da tempo in un momento di emergenza assoluta qual è quello della pandemia di Covid-19? La prima risposta è stata allentare le maglie della burocrazia. La seconda concedere ai richiedenti asilo ciò che aspettano da mesi, se non da ancora più tempo. Il Portogallo ha così annunciato che, almeno fino a mercoledì 1 luglio 2020, regolarizzerà i richiedenti asilo nel Paese, per garantire loro l’assistenza sanitaria durante la pandemia. I casi di contagio in Portogallo sono circa 6mila, con almeno 120 vittime registrate. La misura vale per tutti quelli che hanno già presentato la richiesta. Con questa regolarizzazione gli stranieri potranno cercare un lavoro regolare e accedere a tutti i servizi pubblici e affittare una casa senza ricorrere al mercato nero.

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30 Marzo 2020 | 15:42
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