Così i gruppi della destra anti-sistema usano la tragedia siriana

Un centinaio di città italiane, nei giorni trascorsi, si sono svegliate sommerse da manifesti inneggianti a Issam Zahreddine, uno dei più noti comandanti delle forza armate siriane, recentemente morto a Deir ez Zoor, dove è saltato in aria su una mina dell’Isis. Il nome di questo maggiore generale della Guardia Repubblicana siriana era stato da poco inserito dall’Unione Europea in una «short list» di individui colpiti da sanzioni speciali, accusato di uno dei più feroci massacri siriani, quello di Bab Amr. I familiari di Marie Colvin, la celebre giornalista assassinata in Siria, lo accusano di aver ordinato l’attacco di artiglieria che la uccise una volta appreso dove la famosa reporter era alloggiata.

 

Tra gli ambienti che simpatizzano con lui figurano gruppi della destra e della sinistra radicale. Ma più di tutto fa riflettere che l’elogio funebre dei sovranisti del giornale on line «Il primato nazionale» citi queste parole del figlio del generale: «Sono il figlio dell’eroe, il martire Generale Issam Zahreddine. Non accettiamo condoglianze, vogliamo da voi congratulazioni e benedizioni per il martirio di mio padre. Completeremo la missione per te, signor Presidente, per la Patria».

 

Chi ha stampato e affisso i manifesti in onore dell’eroe Zahreddine? Casa Pound e il Fronte Europeo per la Siria. Ma il loro elogio, condiviso e fatto proprio da «Avanguardia Nazionale» sembra echeggiare nelle parole attribuite a un cristiano di Damasco e pubblicate dal sito «Ora pro Siria», legato alla Fraternità Maria Gabrielli: «Il Generale Issam Zahreddin della 104° brigata della Guardia repubblicana, ieri è stato ucciso: era un ufficiale dell’esercito siriano che ha combattuto contro i terroristi e difeso la sua patria. Noi cristiani, come tutti i siriani, lo piangiamo come uomo retto, coraggioso e rispettoso verso tutti i suoi soldati, di qualsiasi fede fossero […]».

 

Proprio qui si trova il primo bandolo di un rapporto che mira ad accreditare una serie di sigle dai nomi a volte enigmatici, in altri chiarissimi, e ci dice come la tragedia siriana stia diventando veicolo di diffusione e penetrazione di organizzazioni di estrema destra anche nel mondo cattolico. Procediamo con ordine, dunque, e cominciamo dal Fronte Europeo per la Siria.

 

Si tratta della sigla di un cartello al quale aderiscono tanti gruppi, molti di estrema destra, come i partner di Casa Pound. L’ impegno per la Siria ha portato alcuni suoi delegati ad essere ricevuti, il 2 febbraio del 2016, dall’allora patriarca melchita Gregorio III a Damasco, prima che visitassero le città cristiane colpite dai jihadisti di Maalula e Saydnaya. Poi hanno partecipato al congresso delle Comunità Siriane in Europa al centro culturale presso Santa Maria in Cosmedin.

 

Per aiutarci a chiarirci le idee su chi ci sia nel Fronte già nel 2013 il webmagazine dei gesuiti «Popoli», sottolineata la curiosa convergenza di elementi di estrema destra e di estrema sinistra, come nel caso di Ouday Ramadan, che a lungo si è definito comunista e in quel campo ha militato, scriveva che «promosso dall’associazione Zenit e dal gruppo Controtempo, due piccole sigle dell’arcipelago nero romano, il Fronte ha saputo catalizzare intorno a sé la partecipazione di organizzazioni più consistenti come Casa Pound, l’organizzazione che si ispira all’azione del poeta statunitense Ezra Pound e i cui membri amano definirsi «fascisti del Terzo millennio»».

 

Quando, nel 2013, il neonato Fronte ha convocato un raduno per la Siria al quale hanno aderito molte sigle del mondo rossobruno europeo, proibito dalla Questura, il Fatto Quotidiano ha scritto sul gruppo cofondatore Zenit, che nel simbolo ha una maschera antigas e intrattiene buoni rapporti con i greci di Alba Dorata: «sul suo sito dice di «ispirarsi al fascismo», organizza spesso conferenze a «difesa del popolo siriano» con Casa Pound Italia e Forza Nuova. Invita personaggi come Mario Merlino, ex leader dei nazi-maoisti, e domenica scorsa sul profilo Facebook ha condiviso un orrido post di solidarietà a Esteban M, il neonazista francese sospettato di aver ucciso il diciannovenne antifascista Clement Meric».

 

Proprio il citato Ouday Ramadan già nel settembre del 2014 era stato invitato a Parma a un incontro promosso presso i padri Saveriani per parlare della persecuzione dei cristiani. E questo ha attirato l’attenzione di un fedele, che ha reso noto sul giornale locale di aver scritto al vescovo: «In data 23 settembre ho scritto al Rettore dei Missionari Saveriani di Parma, riguardo a un’iniziativa che si svolgerà sabato prossimo (27 settembre) alla casa madre, ossia una conferenza: «Il massacro dei Cristiani nel vicino oriente». La nobiltà del tema trattato mal si accorda con il «curriculum» di alcuni relatori… Vorrei avvisare Sua Eccellenza che probabilmente segnalerò la cosa agli organi di stampa. Non intendo boicottare un’iniziativa giusta, di attualità, e assolutamente lecita, ma penso che chi si presenterà in buona fede (come lo è la Curia e sicuramente lo sono i Saveriani), debba farlo conoscendo il «curriculum» non certo trasparente di chi si accosta a parlare di pace e di diritti violati».

 

Tra «gli aspetti critici» citati da questo fedele spicca questa frase attribuita a Ouday Ramadan: «Io credo solo a quelle mani che abbracciano il fucile e continuano a mirare dritto al cuore dell’immondo, perché sono convinto che con i luridi assassini non si discute, si spara e basta». Nel dare notizia di tutto ciò il sito «ParmaQuotidiano.info» pubblica una fotografia di Ouday Ramadan con un mitragliatore in mano, sotto il titolo: «vescovo fermali».

 

Continuando a seguire chi elogia Issam Zahreddine troviamo «Lealtà Azione», organizzazione che definisce il pensiero una « visione del mondo che si richiama ai principi dottrinali, sacri e incorruttibili». Citata come organizzazione di estrema destra da molti giornali, «Lealtà Azione» ha recentemente richiamato l’attenzione per un corteo lombardo al quale erano presenti molti suoi attivisti: lungo il percorso sono stati ritrovati adesivi nazisti con tanto di SS sorridente con svastica al petto. Ma ancora quest’anno si è offerta per finanziare il restauro di una guglia del Duomo di Milano. Dietro questa sigla opera in Lombardia il circuito degli Hammerskin – «l’elite skinhead» – capace di promuovere concerti per il compleanno di Hitler, ha sottolineato il Corriere della Sera. Già nel 2013 il quotidiano La Repubblica avvertiva che il leader di Lealtà Azione, Stefano Del Miglio, nel 2007 è stato condannato per un raid squadrista sui Navigli, durante il quale sei giovani vennero accoltellati. Per penetrare in ambienti del mondo cattolico «Lealtà Azione» usa proprio la Siria, il dramma dei cristiani e una nuova sigla, «Una voce nel silenzio», che su Issam Zahreddine ha scritto in questi giorni: «Durante un’operazione militare contro l’Isis a Saqr Island, è saltato, su una mina, il convoglio del Generale Issam Zahreddine. Un altro martire in questa guerra che la #Siria sta combattendo per la difesa della Patria e della civiltà. Chi cade per difendere questi valori sacri non muore mai ed il ricordo di tutti i soldati siriani morti al fronte vivrà per sempre!».

 

Ma cos’è questa «Una voce nel silenzio»? È il progetto culturale creato dalla Onlus solidarista Bran-co, filiazione di «Lealtà Azione», una Onlus che si definisce solidarista, «che nulla ha a che fare la solidarietà pelosa», chiarisce. Nata per la lotta contro la pedofilia, promuovendo anche un torneo sportivo giunto alla sua decima edizione «un calcio alla pedofilia», di sé Bran-Co dice: «Ogni punto programmatico ha l’obiettivo imprescindibile di creare un vivaio di giovani talenti che possano garantire quella continuità ideale e identitaria indispensabile al ricambio generazionale della Nazione. Bran-Co sostiene con ogni mezzo la scelta della maternità responsabile promuovendo aiuti e offrendo assistenza alle madri che onorano e difendono il valore delle vita dal suo concepimento: nonché sostegni educativi, ricreativi e anche economici all’interno del nucleo familiare».

 

«Una voce nel silenzio» sembra proprio gestita da «Lealtà Azione». Alle iniziative di «Una voce del silenzio» si vede molto spesso esposta la bandiera di «Lealtà Azione». «Una voce nel silenzio» è lo strumento culturale pensato per far ritenere collegati numerosi giornalisti cattolici frequentemente invitati, tutti attenti alla tragedia siriana. Il giornalista Maurizio Blondet fu prescelto per il lancio a Monza di questo progetto che ha una finalità chiara: «dare a voce a tutte quelle Comunità che oggi sono perseguitate per la loro fede cristiana».

 

Ma cosa ha a che fare con il cristianesimo il generale Issam Zahreddine, lodato sulla loro pagina Facebook? E quell’Ouday Ramadan, loro ospite assiduo, anche in questi giorni, a Firenze? Proprio il mondo politico fiorentino, dopo aver premiato il presidente di un gruppo denominato «ProgettoFirenze Dinamo», appreso che questo progetto sarebbe filiazione di «Lealtà Azione» ha cancellato le successive iniziative.

 

È importante notare che l’uso da parte di Bran-co di simboli e tematiche connesse con il cristianesimo e il Medio Oriente non si limita alla Siria. Già lo scorso anno ha realizzato il progetto «Una luce a Betlemme», scrivendo nel mese di marzo sul proprio sito: «Questa mattina la delegazione di Bran-Co – Una voce nel Silenzio ha partecipato alla Via Crucis di Gerusalemme, ripercorrendo la Passione, dalla flagellazione alla crocifissione, di Gesù Cristo. I cuori dei fedeli rivolti verso la Terra Santa sono le pietre vive della Cristianità». Cristianità, una parola ricorrente nei testi di queste sigle.

 

Tra chi piange la morte del generale siriano c’è anche Sol.Id, cioè la Onlus Solidarietà Identità, dai solidi legami con Casa Pound, che punta ad aiutare gli uomini che «ovunque e attraverso il pianeta, vogliono continuare a vivere sul suolo dei loro padri, secondo le loro leggi, le loro culture, regole e tradizioni».

 

Anche nel loro target è evidente il peso del mondo cattolico e la promozione di raccolte fondi, in particolari per i bambini in Siria.

 

È proprio Sol.Id ad aver promosso con la Comunità Araba Siriana raccolte fondi per la Siria e «Mediterraneo Solidale», ufficialmente dedito al dialogo inter religioso. Il suo primo congresso si è tenuto a Roma il 26 settembre del 2015, con la partecipazine anche di Rima Fakhri, membro del consiglio politico di Hezbollah, Sayyed Ammar Al Moussawi, responsabile relazioni internazionali Hezbollah, Hassan Sakr, responsabile Affari esteri del citato Partito Social Nazionalista Siriano, Alise Blanchard, di SOS Chrétiens d’Orient onlus, il citato Ouday Ramadan, nella veste di portavoce della comunità siriana in Italia, Monsignor Mtanious Haddad, rettore della Basilica S. Maria in Cosmedin, Madre Agnes Mariam de la Croix, superiora del Monastero Saint Jacques le Mutilé in Qara e lo shaykh Abbas Di Palma, dell’Associazione Islamica Imam Mahdi.

 

Ada Oppedisano, la presidente di Sol.Id che è stata ricevuta nel 2016 dalla first lady siriana Asma al-Assad dopo aver presieduto un convegno sulla distruzione del patrimonio archeologico siriano con autorevoli esponenti della comunità melchita a Roma, ha aperto i lavori soffermandosi sul volontariato identitario, tema ripreso dal presidente i Popoli Onlus, Franco Nerozzi, che, riferisce L’Espresso, ha patteggiato a Verona una condanna a un anno e dieci mesi dopo essere stato accusato di terrorismo internazionale: Nerozzi si è soffermato sul fenomeno migratorio, a suo avviso voluto dai nemici delle identità.

 

Molto importante anche il discorso di Alise Blanchard, dell’associazione francese SOS Chrétiens d’Orient. La sua associazione è molto apprezzata dai tradizionalisti del sito «Messa in Latino», dove si può leggere: «Domenica 26 febbraio presso la parrocchia della Santissima Trinità dei Pellegrini a Roma è stata celebrata una messa secondo le intenzioni dei cristiani d’Oriente, con la predicazione di padre Maxim, apprezzatissimo sacerdote libanese che studia a Roma da qualche anno (pubblichiamo in calce la sua omelia). Dopo la messa, nei locali della parrocchia si è svolto un incontro di presentazione delle attività della ONG d’Oltralpe, SOS Chrétiens d’Orient. È doveroso segnalare che quest’associazione cattolica di volontariato è legata alla messa tradizionale».

 

L’Ong, che su Twitter ha definito Issam Zahreddine un eroe, è fiera di inviare centinaia di volontari in tutto il Medio Oriente, tra i quali anche alcuni agnostici, cattolici che definisce tiepidi e atei, ma a tutti, sottolinea, è fatto obbligo di partecipare alle preghiere del mattino e alla messa domenicale.

Riccardo Cristiano – VaticanInsider

1 Novembre 2017 | 18:20
Tempo di lettura: ca. 7 min.
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