Corruzione e Vaticano: cosa rivelano i «Pandora Papers»?

È passata una settimana da quando l’inchiesta «Pandora Papers» è stata pubblicata dalla stampa internazionale il 3 ottobre 2021. Alcuni dei documenti secondo i media internazionali, rivelavano pratiche finanziarie fraudolente di personalità o organizzazioni più o meno legate al Vaticano.

I «Pandora Papers» sono una fuga di notizie di quasi 12 milioni di documenti di fornitori di servizi offshore che creano e gestiscono società di comodo e trust nei paradisi fiscali di tutto il mondo. I file, che coprono cinque decenni, rivelano le transazioni finanziarie e i beni nascosti di più di 330 politici e altre figure pubbliche.

Crasso, a processo in Vaticano per l’immobile di Londra

I documenti sono stati ottenuti dall’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), che ha coordinato 150 media partner, ovvero 600 giornalisti in tutto il mondo, per analizzare e investigare i documenti in un periodo di quasi due anni.

L’ICIJ spiega sul suo sito web che i «Pandora Papers» partono dall’eredità dei «Panama Papers» del 2016 e dei «Paradise Papers» del 2017. I Pandora Papers, tuttavia, superano le due precedenti fughe di notizie in termini di quantità di materiale e di persone coinvolte.

Tra questi vi è Enrico Crasso, un ex manager degli investimenti vaticani, che ha amministrato i beni della Segreteria di Stato tra il 1993 e il 2020. Crasso è attualmente sotto processo in Vaticano, accusato di appropriazione indebita, corruzione, estorsione, riciclaggio di denaro, frode, abuso di potere e falsificazione nel processo sull’immobile di Londra, aperto a luglio dalla magistratura vaticana.

Appartamenti di lusso

L’inchiesta «Pandora Papers» su Enrico Crasso, pubblicata dall’ICIJ in collaborazione con L’Espresso, rivela che Crasso ha usato società offshore per comprare due appartamenti di lusso a Miami. Una delle proprietà è stata presumibilmente acquistata con la sua società statunitense HP Finances, una società anche citata in giudizio dal Vaticano per frode nel processo in corso.

La società è la stessa che sarebbe stata usata per gli investimenti della Santa Sede di 7 milioni di euro in obbligazioni per finanziare un’autostrada nel North Carolina, ed è stata effettivamente usata per finanziare una partecipazione in tre società italiane. Inoltre, questo investimento sarebbe stato approvato dall’ex segretario di Stato, il cardinale Angelo Becciu (pure lui a processo in Vaticano nell’affare dell’immobile di Londra)

Enrico Crasso avrebbe detto ai procuratori vaticani nel 2020 che non aveva «mai sentito parlare della Carolina del Nord». Ha anche detto al Miami Herald, in un articolo pubblicato il 6 ottobre 2021, che gli appartamenti di Miami sono stati acquistati con i suoi soldi. La proprietà acquistata con HP Finances sarebbe stata venduta nel febbraio 2020.

La seconda proprietà, venduta nel 2018, sarebbe stata acquistata con una holding chiamata Dexie Miami, registrata nel paradiso fiscale delle Isole Vergini Britanniche (BVI). Inoltre, L’Espresso riporta che Crasso aveva altre due società registrate nel paradiso fiscale caraibico.

Gli investimenti dei Legionari di Cristo

Con i «Pandora Papers», l’ICIJ, in collaborazione con il quotidiano spagnolo El Pais, sostiene di aver scoperto che la congregazione cattolica dei Legionari di Cristo ha nascosto quasi 300 milioni di dollari in società offshore.

I fatti risalgono al 2010, quando il Vaticano si preparava a prendere il controllo della congregazione dopo un periodo travagliato in seguito alle rivelazioni di abusi sessuali commessi dal fondatore del movimento, il messicano padre Marcial Maciel, morto nel 2008. Più o meno nello stesso periodo, il 6 luglio, i Legionari di Cristo in Nuova Zelanda hanno istituito un fondo fiduciario chiamato Retirement and Medical Charitable Trust (RMCT) per ricevere donazioni per aiutare i preti in pensione.

«AlfaOmega» e «Salus»

Nel novembre 2011 sono stati aperti altri due fondi, «AlfaOmega» e «Salus», dal messicano padre Luis Garza Medina, membro anziano del movimento, e da due suoi fratelli. Questi due fondi sono stati utilizzati per effettuare investimenti in vari progetti, principalmente in Nord America, tra cui una società messicana di esplorazione petrolifera e proprietà negli Stati Uniti. L’indagine di ICIJ rivela che i proventi di questi investimenti sono stati infine versati nel primo fondo, RMCT.

Un portavoce di padre Luis Garza Medina ha detto all’ICIJ che né lui né i membri della sua famiglia hanno alcun controllo sui fondi fiduciari e che sono utilizzati esclusivamente per scopi caritatevoli.

In una dichiarazione rilasciata dai Legionari il 4 ottobre 2021, essi affermano che i fondi »AlfaOmega» e «Salus» sono indipendenti dalla Congregazione e che hanno il controllo solo sul fondo RMCT, che amministrano «in conformità con tutte le leggi applicabili, sia civili che canoniche, in ogni paese dove è presente».

Tuttavia, la congregazione ha riconosciuto che in passato «il RMCT ha chiesto donazioni ai due fondi istituiti da questo prete e dalla sua famiglia», che ora sta rimborsando. I legionari hanno anche creato una pagina «Domande e Risposte» sul loro sito web, negando le affermazioni dell’inchiesta Pandora Papers. L’indagine dell’ICIJ sostiene, tuttavia, che i tre fondi hanno «profondi legami con i Legionari» in quanto sono gestiti dagli stessi fiduciari e condividono lo stesso indirizzo in Nuova Zelanda. Un affare da chiarire. (cath.ch/imedia/ih/bh)

11 Ottobre 2021 | 13:05
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