Papa e Vaticano

Consiglio dei Cardinali: più quote rosa nei ruoli di leadership della Chiesa

Quote rosa nel C6? Per ora è un lontano miraggio. Tuttavia la «necessità di una maggiore presenza delle donne in ruoli dirigenziali negli organismi della Santa Sede» è stato uno dei temi principali sui quali il Consiglio dei cardinali – partiti in otto, divenuti nove e, dal dicembre scorso, ridotti a sei – hanno riflettuto approfonditamente in questi tre giorni della loro ventinovesima riunione (che si è svolta dall’8 al 10 aprile).
A riferirlo in un briefing nella Sala stampa vaticana è stato il direttore ad interim Alessandro Gisotti. A chi evidenziava un certo ritardo nell’affrontare la questione dei ruoli femminili nella Chiesa dopo sei anni dall’istituzione dell’organismo, il portavoce ha detto: «Non è la prima volta che si parla di questo tema. Il Papa ha parlato addirittura della necessità di una teologia della donna. Ora si può dire che se ne parla con più forza, che l’approfondimento promosso dal Consiglio dei cardinali è ancora più forte».

Mentre con chi domandava se, considerando gli intenti, possa essere considerata l’eventualità di una nomina femminile all’interno del C6, Gisotti ha tagliato corto: «Non c’è questa prospettiva. Il Consiglio rimane un consiglio di cardinali. Sicuramente, come accaduto in passato quando sono state chiamate figure di esperti, nel momento in cui si tenesse una riunione specifica sul ruolo delle donne vi sarebbe una presenza femminile ma a livello consultivo».

Insomma sul tavolo, per ora, c’è solo il tema della leadership delle donne. «Nel campo della cultura questo avviene già oggi con un eccellente direttore dei Musei Vaticani che è una donna, Barbara Jatta, e anche con l’odierna nomina di un’altra donna, Amalia D’Alascio, a capo ufficio nella Biblioteca Apostolica Vaticana. E non è detto che appunto la cultura possa aprire la strada ad altri ambiti», ha sottolineato il direttore Gisotti, informando che, durante le discussioni, non è stato minimamente toccato il tema delle «dimissioni» polemiche della redazione di «Donne Chiesa Mondo», il supplemento femminile de L’Osservatore Romano.

Al contrario è stato ampiamente affrontato, durante i tre giorni di riunione – svolti tutti alla presenza di Papa Francesco e a volte proseguiti fino a tarda sera – il tema delle procedure per la consultazione sulla nuova Costituzione apostolica, il cui titolo provvisorio (che comunque pare definitivo) è Praedicate evangelium.

La pubblicazione del documento, che andrà a sostituire la Pastor Bonus di Giovanni Paolo II, dovrebbe avvenire «entro l’anno», ha detto Gisotti. Il condizionale è d’obbligo, perché per ora «non c’è una deadline definita» tenendo conto del fatto che, per volontà del Pontefice, il testo redatto dai porporati con l’ausilio di altri Dicasteri sarà inviato per una consultazione ai presidenti delle Conferenze episcopali nazionali, ai Sinodi delle Chiese Orientali, ai Dicasteri della Curia romana, alle Conferenze dei superiori e delle superiori maggiori e ad alcune Università Pontificie.

Una decisione, presa «nello spirito di sinodalità», dallo stesso Francesco che – ha riferito Gisotti – «ha sottolineato l’importanza di avviare processi». «Si parla a volte di rallentamento nel processo di riforma, ma in più di un’occasione il Santo Padre ha detto che lo stesso avviare processi è un fatto concreto. Il processo che ha portato a questa nuova Costituzione è un fatto concreto. E nel frattempo sono state già realizzate diverse cose: la terza sezione della Segreteria di Stato, nuovi Dicasteri e via dicendo».

Con la consultazione voluta dal Papa, tutti gli organismi e gli istituti coinvolti potranno inviare osservazioni, suggerimenti ed eventuali proposte di modifica alla bozza di Costituzione. Essi verranno poi presi in esame dal Consiglio già nelle prossime sessioni. Infine sarà il Papa a dare la sua approvazione definitiva al testo e si procederà quindi alla pubblicazione.

Una probabile data potrebbe essere quella di novembre, a conclusione dei lavori del Sinodo sull’Amazzonia in Vaticano. Ma il lavoro di consultazione potrebbe richiedere ancora più tempo. Perciò è bene parlare di «auspicio» e non di «obiettivo» di arrivare a fine anno con un testo definitivo, ha chiarito il portavoce vaticano, assicurando anche che si cercherà di garantire la «massima riservatezza» al documento – comunque provvisorio – per evitare una possibile fuga di notizie vista l’ampia circolazione.

La bozza che verrà ora distribuita sarà in lingua italiana, ma «si è compresa l’esigenza di fornirlo nelle lingue principali»: inglese, spagnolo, francese, portoghese. Il titolo, come detto, sembra essere quello già annunciato nei mesi scorsi, Praedicate Evangelium, che è «fortemente collegato» alla Evangelii Gaudium di Papa Francesco «per sottolineare la dimensione missionaria e di servizio alla Curia» del collegio episcopale.

Proprio «l’orientamento missionario che la Curia deve assumere alla luce della nuova Costituzione» è stato uno dei temi sul banco dei porporati che già guardano alla seconda fase dei loro lavori. Sì, perché il C6, a prescindere dal numero di composizione dei suoi membri, proseguirà nel compito per cui è stato istituito nel settembre 2013, ovvero coadiuvare il Papa nel governo della Chiesa. «Il lavoro del Consiglio non si esaurirà con la pubblicazione della nuova Costituzione», ha ribadito Gisotti.

I porporati hanno pertanto stilato un’agenda di tematiche su cui riflettere nei prossimi mesi. Ad esempio, l’impegno a rafforzare il processo di sinodalità nella Chiesa a tutti i livelli e la delicata questione degli abusi sui minori del clero. Su questo argomento è intervenuto ieri il cardinale Sean O’Malley illustrando i risultati della plenaria appena conclusa della Pontificia Commissione per la tutela dei minori di cui è presidente. L’arcivescovo di Boston ha anche ringraziato pubblicamente il Papa per il summit in Vaticano sugli abusi del febbraio scorso e per la recente pubblicazione del Motu proprio e delle nuove norme per lo Stato della Città del Vaticano, che – ha detto – «rafforzano l’impegno della Chiesa contro ogni forma di abuso su minori e adulti vulnerabili».

La prossima riunione del Consiglio di Cardinali avrà luogo dal 25 al 27 giugno 2019, in programma anche un’altra sessione a settembre.

Vatican News/redazione

11 Aprile 2019 | 13:30
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