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Ticino e Grigionitaliano

Confraternite: una forma di condivisione dal Ticino all'Europa

Confraternite: questa parola nasconde una storia millenaria, e delle realtà molto diverse in Paesi del mondo, anche in Ticino. Ma cosa sono le confraternite? E che storia hanno avuto? E oggi, cosa fanno?

Fratelli nella fede

Le confraternite sono state e restano dei gruppi di persone desiderose di vivere un’amicizia, una fraternità su base volontaria, dedita al culto, alla carità, all’educazione, e questo per dei fini principalmente spirituali. Aderire a una confraternita dovrebbe significare trovare un ambito, dei volti con cui condividere il cammino della vita, seguendo gli esempi e l’intercessione dei santi, della Madonna, o approfondendo o cercando di vivere i misteri della fede cristiana. Concretamente ci sono confraternite che gestiscono ospedali, ambulanze (le «Misericordie» toscane), distribuiscono aiuti di diverso genere. Altre si occupano di chiese ed oratori, tenendoli aperti al culto. Altre sono state e talora restano attive in ambito culturale, mentre la gran maggioranza si occupa soprattutto della vita di preghiera, delle feste patronali, del suffragio dei defunti. Quasi sempre hanno una struttura organizzativa e un riconoscimento da parte della Chiesa.

Confraternite: gli inizi…

Il desiderio di associarsi con dei fini spirituali è una caratteristica addirittura pre-cristiana. E anche le prime comunità ecclesiali spesso potevano assomigliare a delle piccole «confraternite » di credenti. Nei secoli successivi, sempre vi furono delle persone desiderose di avere un luogo in cui si incarnava l’appartenenza ecclesiale, spesso tramite una devozione particolare, o un compito specifico. In Ticino la prima menzione storica risale al 1291. In seguito, le ondate di fondazioni si susseguirono: dai flagellanti di inizio ›400, alla preriforma cattolica, poi le compagnie del SS. Sacramento e del Rosario volute da San Carlo Borromeo a fine XVI secolo. Il grande boom avvenne fra Sei e Settecento: non per nulla in quasi tutte le nostre chiese ci sono gli altari e le statue della Madonna del Rosario, del Carmelo, della Cintura e altri. Gran parte delle nostre feste, delle tradizioni e degli arredi sacri trovano origine nella fondazione e nell’attività delle confraternite. Anche gli emigranti svizzero-italiani all’estero costituirono confraternite per scopi religiosi, educativi e di mutuo soccorso. L’impatto di questo fenomeno fu importante per la stessa società: le autorità delegarono alcuni compiti alle confraternite stesse, e queste rafforzarono i legami sociali, accogliendo gli immigrati, prestando denaro, fornendo lavoro e prestigio a poveri e ricchi.

… e la «non» fine

L’esperienza delle confraternite in Ticino non ebbe ostacoli decisivi da parte delle autorità civili, se non alcune restrizioni nell’Ottocento. Ben diversa fu la situazione altrove, come ad esempio nella vicina Lombardia, dove le politiche illuministiche e rivoluzionarie portarono alle soppressioni forzate. La decadenza intervenne più tardi, nella seconda metà dell’Ottocento, con i cambiamenti sociali e di mentalità da parte della popolazione, sempre più lontana dalla vita religiosa tradizionale. La Chiesa stessa volle controllare di più questi sodalizi laici, e l’arrivo di nuove forme associative, come le nuove Pie Unioni, l’Azione cattolica, poi i movimenti, finì per svuotare di significato l’appartenenza confraternale. Negli anni post-conciliari molti gesti furono semplificati per cui le stesse confraternite, ridotte a mero «decoro», finirono per essere ritenute inutili agli occhi di molti sacerdoti e fedeli. In molte regioni, tuttavia, le confraternite non finirono, anzi. Alcune addirittura dimostrano un grande dinamismo. Come mai?

Un bisogno che permane

Attualmente diverse confraternite hanno voluto riprendere in mano le proprie sorti recuperando il proprio spirito originale. Diventare una compagnia reale, una fraternità, nell’approfondimento della fede, nella lotta all’indifferenza e alla solitudine, nei piccoli servizi alla popolazione, nella carità e nella missionarietà: sono diversi i modelli adottati dalle confraternite. Tutto ciò senza rinnegare la tradizione, le feste, la vita comunitaria. Nova et vetera, insomma, per un futuro ancora da scrivere.

I confratelli ticinesi

In Ticino, la ricerca storica ha recensito quasi 1200 confraternite, e oggi ve ne sono ancora, attive, almeno una settantina. Anche a livello svizzero, ci sono luoghi dove sono presenti (ad esempio, Soletta, Friborgo, Argovia). Ancora di più, nell’area mediterranea, dalla Spagna all’Italia, se ne contano moltissime: le stime parlano di 15’000 confraternite nella sola Europa, con 6 o 7 milioni di aderenti.

L’evento a Lugano

Rappresentanti di migliaia di Confraternite di tutta Europa convoglieranno a Lugano, nell’Auditorium dell’Università della Svizzera italiana, il prossimo 15 febbraio per redigere la Charta 2020, il documento programmatico delle Confraternite, e riflettere sulla loro missione nel continente europeo insieme a mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Sabato 15 febbraio alle 11, la prolusione di mons. Rino Fisichella, mentre alle 18 S. Messa con mons. Lazzeri nella chiesa del Sacro Cuore. Domenica 16 febbraio, alle 10, S. Messa con l’Arcivescovo di Monreale mons. Pennisi. Maggiori info su www.diocesilugano.ch.

Davide Adamoli, collaboratore scientifico dell’Archivio storico diocesano

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9 Febbraio 2020 | 11:06
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