Sinodo

Come vivono il Sinodo i giovani romani?

In questi giorni siamo passati da Roma, per raccogliere un po’ le voci dei giovani della città su quello che sta accadendo in Vaticano. E quale miglior posto se non il Centro San Lorenzo? Nato dal desiderio di San Giovanni Paolo II, che lo ha inaugurato il 13 marzo 1983, il Centro, nel cuore di Roma, è conosciuto come il «Centro del Papa» per tutti i giovani, luogo di accoglienza e preghiera, sede della Croce delle GMG dei giovani, punto di riferimento per i giovani pellegrini a Roma, luogo di formazione e sede privilegiata per la preparazione delle Giornate Mondiali della Gioventù.

Attraverso momenti di preghiera, di condivisione, di testimonianza e di festa è il luogo in cui si può conoscere più da vicino la vita della Chiesa, incontrare le persone che lavorano direttamente in Vaticano, avere degli scambi e sentirci come in famiglia.

Con Raquel Reis, tra le responsabili del Centro e membra della Comunità cattolica Shalom, discutiamo di quanto sta vivendo la città in questi giorni:

«Viviamo il Sinodo in preghiera perché sappiamo che è un momento speciale per la Chiesa, preghiamo in particolare che lo Spirito guidi i padri sinodali e i giovani a trovare cosa il Signore vuole e che la Chiesa possa avere uno sguardo nuovo. Ci impressiona molto la presenza dei Padri sinodali che magari ogni tanto passano da qui per salutarci e pregare nella nostra cappella a due passi dal Vaticano; è bello: i cardinali pregano con i giovani, fiano a fianco. Abbiamo avuto anche una veglia di preghiera per il Sinodo con l’arcivescovo di Melbourne che ci ha raccontato sua esperienza al Sinodo: si sente invitato a vedere oltre la sua realtà locale, la Chiesa può essere molto più grande di quello che può pensare anche un cardinale. In particolare, lo ha colpito, ci ha detto, la testimonianza di un giovane perseguitato; le parole del giovane gli hanno ingrandito il cuore e ha capito che non è chiamato, come cardinale, a «pascere» solo le sue pecore che la Chiesa gli ha affidato, ma ad avere cura anche dei lontani.»

«L’esperienza dei più giovani partecipanti al Sinodo è altrettanto toccante, così come l’abbiamo raccolta noi: per molti di loro era a dir poco impossibile che quei cardinali potessero capire i giovani ma invece essi hanno presto fatto l’esperienza di essere ascoltati e capiti, l’esperienza di essere uno grazie allo Spirito Santo, sentendosi a casa e facendo esperienza di una Chiesa che accoglie tutte le realtà: camminare assieme è possibile, nonostante la diversità e ora anche i giovani ne sono convinti«.

«È venuto da noi per uno scambio anche il segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, Padre Alexandre Awi Mello: ha parlato del Sinodo come di una vera esperienza di unità, di vera pentecoste, perché dietro ogni realtà ci sta un solo cuore. I giovani, specialmente quelli di Roma, cominciano a interessarsi sempre di più di quello che accade in Vaticano. Ecco il vero miracolo del Sinodo. C’è molta speranza».

Dopo Raquel, incontriamo anche Elica, giovane missionaria che ha portato avanti i suoi studi proprio alla Facoltà di Teologia di Lugano e che in questi giorni si è trasferita in missione a Roma: «Sono arrivata nel giorno che la Comunità Shalom, di cui faccio parte, festeggiava i 26 anni di presenza a Roma. Nella storia bimillenaria della Chiesa, noi, come vocazione di giovani per i giovani, dobbiamo trovare il nostro posto. È significativo che ci abbiano chiesto di occuparci del Centro San Lorenzo, prima di ottobre gestito da un’altra comunità. Per me significa scoprire nella nostra povertà, nella nostra piccolezza e giovinezza come comunità, cosa Dio vuole da noi nella Chiesa e a Roma. È un’aspettativa che condividiamo tutti assieme».

Il Carisma della Comunità Shalom è proprio quello dell’evangelizzazione dei giovani. Per questo, da poco, è stato loro affidato il Centro San Lorenzo, in centro a Roma, per l’accoglienza dei pellegrini.

20 Ottobre 2018 | 15:56
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