Ticino e Grigionitaliano

Coldrerio, la Passione del Signore rivive in dieci «quadri» animati

È il rintocco delle campane della chiesa della Madonna del Carmelo delle ore 21 di mercoledì scorso, 17 aprile, a scandire l’inizio della Passione di Coldrerio. Poi lo squillo delle trombe dei soldati romani e i 150 figuranti, posizionati in modo ordinato e accompagnati da giovani con le fiaccole, si avviano in processione verso il centro del paese. Ai bordi della strada, una folla si accalca per assistere alla rappresentazione sacra. Dal balcone delle scuole comunali il parroco don Domenico Galli procede, al passaggio dei figuranti, con la presentazione dei protagonisti e con la loro contestualizzazione storica. Fra gli spettatori abituali, c’è chi si affretta a raggiungere il colle del Ciossetto, così da trovare il posto migliore per ammirare le varie scene. È qui infatti che vengono ricostruiti i momenti più significativi della Passione di Gesù. In questo suggestivo sfondo, dal buio, appare, sapientemente illuminata, la prima scena: il complotto, ordito dai capi del sinedrio, nei confronti di Gesù, che viene catturato nell’orto dei Getsemani. I fari si spostano ed ecco apparire la seconda scena: il processo religioso davanti ai sommi sacerdoti. Seguono poi, il rinnegamento di Pietro, il tradimento di Giuda, il processo davanti a Ponzio Pilato, Gesù davanti ad Erode, Gesù riportato al pretorio, la salita al calvario. Ed infine, la scena più drammatica: la crocifissione di Gesù. Complici lo scenario, la coinvolgente voce narrante, la mimica dei figuranti, la musica, le rappresentazioni, ed in particolare l’ultimo atto, prendono vita e coinvolgono chi dal basso assiste alla messa in scena.

«Era da un po’ di tempo che sentivo parlare di questa iniziativa, ma non ero mai riuscita a venirci», ci confida Sonia Fornera, che per la prima volta ha partecipato insieme al figlio Elia, 11 anni, e a sua madre alla Passione di Coldrerio. «Sono rimasta entusiasta: non immaginavo una cosa del genere. È stato emozionante. La messa in scena ti fa sentire la Passione in modo più vivo. Mi è piaciuto il fatto di ritrovare i testi del Vangelo e le caratteristiche dei personaggi che ti permettono di riconoscerli. Mi ha colpito anche il silenzio: malgrado fossero presenti molte persone, non c’era nessun chiacchiericcio, come spesso capita in queste occasioni. Come credente tutto ciò è importate, perché ti permette di vivere un momento di fede: non è solo una rappresentazione», evidenzia Sonia. «Anche Elia è rimasto impressionato, soprattutto dalla scena finale. Mi ha detto che sembrava proprio di essere sul Calvario. È valsa la pena perdere qualche ora di sonno (abitano in Vallemaggia, ndr.)».

Le origini più di 70 anni fa

Era il 1945 quando un gruppo di ragazzi di Coldrerio, ispirato dalle processioni storiche di Mendrisio, ha intravisto nel promontorio del Ciossetto il luogo perfetto per degli eventi sulla Passione di Gesù. L’iniziativa si è trasformata ben presto in una rappresentazione sacra e dal 1965 viene messa in scena per la prima volta anche la Crocifissione. Da quel momento in poi aumentano i «quadri» e le scene prendono vita grazie ai dialoghi e alle scenografie, dietro alle quali si cela l’allora parroco di Coldrerio don Pietro Bullani. Nel 2004 la Passione di Coldrerio si rinnova, e grazie alla disponibilità di diversi professionisti del settore, si interviene anche sulla recitazione, sulla voce narrante e sulle musiche. Ecco allora che la Passione di Coldrerio assume, anno dopo anno, ancora di più un carattere drammaturgico e grazie alle sue peculiarità acquista un posto importante fra gli eventi del periodo pasquale in Ticino. Sempre uguale, ma sempre diversa.

Katia Guerra

20 Aprile 2019 | 11:30
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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