Circa un miliardo di ›persone invisibili’, un terzo sono bambini

Washington (AsiaNews/Agenzie) – Più di un miliardo di persone in tutto il mondo non esistono, non hanno identità. Il fenomeno priva una frazione significativa della popolazione globale dei servizi essenziali quali la sanità e l’istruzione.
Tra queste «persone invisibili» – molte vivono principalmente in Africa e Asia – più di un terzo sono bambini nati da violenza le cui nascite non sono state registrate. E’ quanto emerge dal programma «Identificazione per lo sviluppo» della Banca Mondiale (ID4D).
Il problema si acuisce in modo particolare nelle aree geografiche dove i residenti devono affrontare povertà, discriminazione, epidemie e conflitti armati.
Vyjayanti Desai, che gestisce il programma «Identification for Development» (ID4D), afferma che il problema nasce da un certo numero di fattori, primo tra i quali la distanza tra la gente e i servizi governativi.
A molte famiglie non viene spiegata l’importanza della registrazione delle nascite, sostiene Anne-Sophie Lois rappresentante presso le Nazioni Unite a Ginevra e direttore dell’organizzazione per l’assistenza ai bambini, e soprattutto delle conseguenze che tale omissione può creare, negando a questi futuri individui l’accesso ai diritti.
Di conseguenza, milioni di bambini soprattutto in Africa e in Asia, hanno seri problemi nel momento in cui si apprestano ad entrare nell’età scolare.
Il clima politico – sostiene Lois –  scoraggia inoltre molte famiglie a rendersi ufficialmente identificabili. «La gente teme anche di essere identificata in un gruppo etnico o in una nazionalità». «I governi – purtroppo – hanno a volte preferenze per alcuni gruppi piuttosto che per altri». Inoltre, in molti Paesi, le nascite di bambini fuori dal matrimonio o come conseguenza di una violenza sono talvolta nascoste in modo deliberato per paura di discriminazioni.
In Cina, la registrazione delle nascite rappresenta ancora un problema. Nonostante l’abrogazione della legge sul figlio unico del 1 gennaio 2016, si fa ancora fatica a far passare questo fondamentale concetto. Ancora adesso, soprattutto nelle campagne, la nascita di secondi e terzi figli, non viene registrata all’anagrafe per sfuggire alle multe imposte dagli uffici di controllo sulla popolazione. Si stima che questa popolazione «anonima» di figli non registrati raggiunga i 60 milioni.
La non registrazione delle nascite – ci dice il rapporto Unicef del 2013 –  determina una serie di diritti negati, primo fra tutti la non frequenza scolastica, oltre all’elevato rischio che questi bambini possano entrare in una spirale di violenza che va dal lavoro forzato per i ragazzi, fino al matrimonio precoce per le ragazze. Questi bambini possono anche essere vittima del traffico di esseri umani. «L’invisibilità legale dei bambini non registrati – afferma sempre Lois – rende più probabile che la loro scomparsa e lo sfruttamento non siano perseguiti dalle autorità».
Per combattere questo enorme problema, le organizzazioni lavorano con pazienza sul territorio per identificare queste persone «invisibili». Lois ha dichiarato che «le tecnologie digitali hanno fornito una grande spinta, in modo da aumentare la registrazione, fornire documentazione legale e produrre statistiche complete e accurate. Tali sistemi di registrazione permettono anche al governo cinese di pianificare efficacemente tutti i servizi di cui un bambino ha bisogno, inclusi i programmi di vaccinazione e l’istruzione».
La Banca mondiale riconosce tuttavia che i sistemi centralizzati di identificazione potrebbero esporre i gruppi a rischi legati all’uso improprio dei loro dati personali, rilevando l’importanza di avere un quadro giuridico in grado di proteggere la privacy e i dati personali.

AsiaNews

24 Ottobre 2017 | 12:10
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