Commento

«Che non si parli più di donne ma si parli con le donne»

La Facoltà di Teologia di Lugano ha proposto una settimana di studio dal titolo «Le Donne e la Chiesa: maternità, profezia, teologia». Beatrice Brenni, membro dell’Unione Femminile Cattolica Ticinese, ci racconta il suo punto di vista e commenta l’iniziativa:

«Donne», un sostantivo declinato al plurale, che permette di non incorrere nell’idealizzazione della donna e che aiuta ad evitare il sorgere dello stereotipo: dalle origini del Cristianesimo ad oggi le donne che fanno la Chiesa insieme agli uomini sono tutte diverse, ognuna è portatrice di quella interiorità così peculiare ed unica che il Magistero vorrebbe confinare nel «genio femminile». Una definizione veramente stretta se si è seguito, non solo con la mente ma anche col cuore, quanto è stato spiegato e raccontato in questi giorni alla FTL.  Attraverso la storia della Chiesa molte donne si sono distinte per autorevolezza e apertura allo Spirito, contrastando i dettami del tempo,  dando luogo a nuovi stili di vita, nuove teologie e portando nuovo ossigeno in situazioni chiuse e soffocanti. E proprio lì, dove le si voleva conformate ed obbedienti, ecco emergere figure come Caterina da Siena, Ildegarda di Bingen, Teresa d’Avila o Teresa di Lisieux, che attraverso la loro vita, i loro scritti e soprattutto le loro intuizioni sono successivamente state riconosciute dottoresse della Chiesa. Le narrazioni di queste donne, che pur hanno vissuto in altri tempi e che si sono espresse anche con il linguaggio delle visioni e delle profezie, fanno risuonare quel femminile di cui a volte si ha paura di parlare anche ai nostri giorni. Oggi, dopo il Concilio Vaticano II che ha rimesso al centro la Parola, le donne accedono alle facoltà di teologia e attraverso la conoscenza delle scritture e ai metodi di indagine delle stesse, possono diventare soggetto interpretativo, apportando novità e ulteriore bellezza alla trasmissione dei testi. Non solo, ma nello studio dei testi riportano luce sulle figure femminili, finora marginalizzate o non ritenute abbastanza rilevanti. Questo lavoro porta una visione più ampia e completa delle scritture e sprona a nuovo coraggio le donne che in libertà si avvicinano ad esse.

Attraverso le giornate della settimana intensiva, durante diversi momenti, molte sono state le conferme e le risonanze provate delle donne presenti che hanno percepito la novità di essere, per la prima volta, protagoniste. La scoperta di un nuovo linguaggio e di una nuova prospettiva ha suscitato, se non meraviglia, sorpresa e desiderio di ricevere, in futuro, ulteriori opportunità di approfondimento sul tema. Il percorso di nuova consapevolezza, di cosa significhi essere donne nella Chiesa è ancora lungo. Ma siamo donne in cammino e per questo siamo grate di questa bellissima iniziativa della facoltà di Teologia. E come donne del tempo di papa Francesco ci auguriamo di diventare presto soggetto inclusivo alla discussione, così che non si parli più di donne ma si parli con le donne.

 

22 Settembre 2018 | 15:21
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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