Ticino e Grigionitaliano

Centovalli e Valle Onsernone: la cura del patrimonio artistico-religioso rivela le attenzioni per le proprie radici

Sono ore intense per il vescovo di Lugano, mons. Lazzeri, che sta attraversando Terre di Pedemonte, Centovalli e Valle Onsernone per la quarta tappa della sua visita pastorale. Una realtà molto diversificata, difficile da descrivere in un’unica parola. Nelle valli, infatti, collaborare alla vita della Chiesa può voler dire molte cose: ad esempio, prestare aiuto al parroco nel portare avanti i progetti pastorali in un contesto di periferia; è il caso del Consiglio pastorale della Valle Onsernone. Per ogni paese della Valle un parrocchiano si è messo a disposizione per farvi parte volontariamente. Oggi i membri sono otto: «Ciò che ci preme è l’aiuto al parroco. Ci organizziamo per compiere servizi molto semplici, ma che sarebbe un problema non avere: dalla consegna del bollettino parrocchiale al supporto durante le celebrazioni più impegnative, come la Domenica delle Palme, che richiede la distribuzione degli ulivi», racconta Edi Mancini, che il consiglio pastorale, nel 1991, lo ha visto nascere e da allora vi fa parte, oggi in qualità di Presidente. Qualche chilometro più in là, sopra Intragna, invece, l’imbocco per le Centovalli, dove impegnarsi per la Valle può assumere ancora un altro significato: ad esempio, collaborare al mantenimento del proprio patrimonio artistico-religioso. Rasa, piccolo villaggio delle Centovalli, a 900 metri sopra il livello del mare, da questo punto di vista è un vero e proprio «laboratorio» che permette di riconoscere nel piccolo qualcosa di grande. Tutto inizia il 5 agosto 1746, quando gli abitanti di Rasa ponevano la prima pietra di quello che sarebbe diventato il loro tesoro più prezioso, la chiesa di S. Anna, voluta fortemente da alcuni abitanti emigrati in Toscana. Oggi, a prendersi cura di questo complesso architettonico, vi è una «rettoria», ovvero «un gruppo di cinque persone, facenti capo al rettore nonché parroco delle Centovalli, don Marco Nichetti, direttamente nominate dalla diocesi», ci spiega Claudio Simoni, segretario della rettoria.

Quindi, nel 2005, da parte di alcuni abitanti, la decisione di fondare l’Associazione Pro Restauri Chiesa e campanile di Rasa. La prima fase dei lavori di restauro, dopo aver ricevuto l’approvazione dell’Ufficio dei beni culturali del Canton Ticino, ha preso avvio nella scorsa primavera ed interessato l’esterno della chiesa e il campanile. Terminati questi lavori, la rettoria conta di sottoporre all’Ufficio dei beni culturali la progettazione e il preventivo per l’interno dell’edificio. La chiesa di S. Anna è oggi esempio di come, in una realtà anche discosta, possano esserci risorse inaspettate: «La chiesa infatti – spiega Ivo Ceschi, Presidente dell’Associazione – ha un valore anche dal punto di vista affettivo» e il pensiero corre all’ultima domenica di luglio, quando puntualmente la comunità di Rasa si riunisce per la festa patronale. «È un vero e proprio evento; alcune persone, anche da fuori Cantone, raggiungono Rasa solo in questa occasione». Ciò spinge l’Associazione ad andare avanti: «Le difficoltà non mancano; ma a stupirci e a incoraggiarci, oltre ai sussidi degli enti pubblici, anche le molte donazioni». Quindi un appello: «Non abbiamo ancora raccolto la somma necessaria, ma confidiamo nella cura prestata dalla gente alle proprie tradizioni e ai propri luoghi». Cura, in cui si racchiude la forza di un’intera Valle e la fedeltà alla propria storia; quella stessa Valle a cui mons. Lazzeri torna ora a dare il suo incoraggiamento, perché tutto questo continui. Oggi, l’incontro del vescovo con i ragazzi della prima comunione a Verscio alle 10.30, mentre a Intragna alle 16 con i cresimandi e alle 17.30 S. Messa. Domani alle 10.30, S. Messa a Verscio. Segui la cronaca su www.catt.ch o rileggi i contributi apparsi nei giorni scorsi.

Laura Quadri

22 Febbraio 2020 | 15:46
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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