Cardinale di Seul: «La fiammella dello Spirito Santo non si estinguerà mai in Corea del Nord»

«La speranza non l’abbiamo mai persa. Mi duole il cuore pensando a quello che hanno vissuto e vivono i fedeli in Nord Corea. Ma sono certo che Dio ascolta la nostra preghiera, che è un mezzo potente. La riconciliazione in Corea e le nuove prospettive di pace sono un frutto della preghiera. Spero di potere andare preso a celebrare una messa a Pyongyang. Sarebbe un grande sono di Dio Sono certo che vi sono molti fedeli che hanno conservato la fede nel nascondimento». L’arcivescovo Andrew Yeom Soo-jung è anche amministratore apostolico di Pyongyang ed è dunque il pastore a cui è affidata la cura dei fedeli che sono al di là della «cortina di bambù».

Nella cripta della Cattedrale ci sono le spoglie di quattro martiri coreani e dipinti dei martiri adornano le navate dell’edificio. Segno di come la comunità dei battezzati coreani abbia ben presente l’esperienza del martirio, espressione di quella maturità di fede che rende oggi la Chiesa cattolica coreana un punto di riferimento per tutte le Chiese dell’Asia. Non solo per la sua consistenza numerica (è oltre il 10% della popolazione) o per la sua forza economica (che si traduce in aiuti e cooperazione missionaria), ma soprattutto per la qualità della sua vita spirituale e pastorale, ben visibile già dall’intensità della preghiera e dal clima di profondo raccoglimento tra i fedeli che partecipano alla messa.

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30 Giugno 2018 | 10:40
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