Chiesa

Card. Baldisseri parla del prossimo sinodo. Con i giovani e per i giovani

Non un’assise «sui giovani, considerati come semplici «oggetti» di studio», e neanche «dei giovani, in quanto rimane immutato che l’assemblea dell’ottobre 2018 è riservata ai vescovi». Invece è «con i giovani e per i giovani»: lo ha sottolineato il cardinale segretario generale Lorenzo Baldisseri, intervenendo stamane, giovedì 6 aprile, all’incontro: «Da Cracovia a Panamá. Il Sinodo in cammino con i giovani».

Organizzato dall’organismo sinodale in collaborazione con il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, il convegno in corso al Collegio Mater Ecclesiae si è aperto mercoledì 5 con il saluto del cardinale prefetto Kevin Farrell ai trecento delegati presenti. «Benvenuti a tutti a nome di Papa Francesco — ha detto loro — a questo incontro che è di grande importanza per la vita della Chiesa; il più numeroso di sempre tra quelli di questo tipo».

È seguita una riflessione sui frutti pastorali della gmg di Cracovia 2016, introdotta dall’arcivescovo emerito, il cardinale Stanisław Dziwisz, che ha parlato del raduno come di un’esperienza di cattolicità della Chiesa, di comunità e speranza di un mondo nuovo; un’esperienza di una Chiesa «in uscita» e d’impegno per una nuova evangelizzazione. Anche il segretario generale del comitato della gmg polacca Grzegorz Suchodolski e il responsabile della pastorale giovanile del paese Emil Parfiniuk hanno sottolineato l’importanza del lungo cammino di preparazione e del coinvolgimento in prima persona dei giovani. E l’accoglienza ricevuta, soprattutto nelle giornate trascorse dai pellegrini nelle diocesi polacche è stata elogiata in gran parte negli interventi dei delegati. Molto interesse ha suscitato la testimonianza di un iracheno, che ha comunque voluto andare alla gmg del 2016 perché «essere tra i giovani di tutto il mondo — ha detto — è il modo migliore per non sentirsi abbandonati a un destino incomprensibile».

Il vescovo Damian Muskus, ausiliare di Cracovia, ha poi introdotto i lavori del pomeriggio, dedicati agli aspetti tecnici e logistici. La giornata si è chiusa con la messa celebrata dal cardinale Farrell, che all’omelia ha sottolineato come il dirsi cristiani non sia sufficiente: non basta l’etichetta, ci vogliono i fatti, ovvero far coincidere il messaggio del Vangelo con la testimonianza di vita.
La giornata di giovedì è stata interamente dedicata all’appuntamento sinodale del 2018. Commentandone il tema «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale», il cardinale Baldisseri si è soffermato soprattutto sui protagonisti, mettendo in luce come il cammino preparatorio sia «rivolto a tutti i giovani del mondo, non solo ai cattolici e ai cristiani, ma anche agli appartenenti ad altre credenze o fedi religiose e ai non credenti. La portata è quindi di grande respiro, nella consapevolezza comunque delle specificità che caratterizzano i giovani nelle diverse aree geografiche della terra. Perderemmo un’occasione favorevole — ha commentato — se ci limitassimo solo ai giovani che partecipano attivamente alla vita ecclesiale o alle iniziative che promuoviamo». Anche perché, ha proseguito, «l’intenzione è quella di raggiungere tutti i giovani, o almeno il maggior numero possibile, nelle situazioni concrete della loro esistenza». Del resto «i giovani non sono tanto «oggetto» dell’attenzione del mondo degli adulti, quanto «soggetti» nella costruzione della loro vita, di un mondo migliore e di una Chiesa che sia sempre più capace di creare ponti nella relazione tra Dio e ciascuna persona per favorirne l’incontro».

Quindi il porporato ha presentato il documento preparatorio del Sinodo, incentrato sull’icona evangelica dell’apostolo Giovanni, «figura esemplare del giovane che sceglie di seguire Gesù» e al contempo il discepolo da lui amato. E ha rimarcato come tutto il percorso sinodale sia stato «affidato a Maria di Nazareth, che accogliendo la parola ha portato a compimento la sua vocazione». Perché, si è detto convinto, «il Signore opera incessantemente in maniera stupenda nella vita dei giovani e, insieme con Maria, ciascuno di loro può esultare dicendo: «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente», come suggerisce il titolo della gmg di quest’anno».

Successivamente il vescovo sottosegretario Fabio Fabene ha illustrato il processo sinodale, individuando tre parole-chiave: ascolto, coinvolgimento e protagonisti. A conclusione del suo intervento il presule ha auspicato che, «in questi mesi che ci separano dal Sinodo, le diocesi propongano ai fedeli momenti di preghiera specifici, promuovano iniziative rivolte a tutti i giovani, coinvolgano anche specialisti del mondo giovanile per conoscere in modo più approfondito la situazione interessandone anche le realtà civili». In proposito ha reso noto che «la stessa Segreteria del Sinodo terrà nel prossimo settembre un seminario internazionale sulla situazione giovanile nel mondo anche con la partecipazione di una rappresentanza di giovani. In tal modo — ha spiegato — si realizza un’autentica sinodalità come auspicato dal Papa: il sinodo non si ridurrà a un affare dei vescovi, ma coinvolgerà in diverse modalità l’intero popolo di Dio» in «sintonia» anche con il percorso verso la gmg di Panamá nel 2019.

(Osservatore Romano)

7 Aprile 2017 | 11:58
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giovani (724), sinodo2018 (100)
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