quaresima

Cantalamessa: «L’obbedienza a Dio non distoglie dall’obbedienza all’autorità istituzionale»

L’obbedienza dell’uomo a Dio: questo il tema centrale della quarta predica di quaresima nella Cappella Redemptoris Mater in Vaticano, alla presenza di Papa Francesco e dei membri della Curia Romana. Il cappuccino parte per la sua riflessione – riportata da Vatican News – dalla lettera ai Romani di San Paolo, in cui l’apostolo invita a non opporsi alle autorità perché «stabilite da Dio», e la concretizza nella vita quotidiana di oggi spiegando, ad esempio, che «pagare le tasse e in genere compiere il proprio dovere verso la società non è solo un dovere civile, ma anche un dovere morale e religioso». Una esigenza, ha affermato padre Cantalamessa, del precetto dell’amore del prossimo: «Lo Stato non è una entità astratta; è la comunità di persone che lo compongono».

 

«Se io non pago le tasse, se deturpo l’ambiente, se trasgredisco le regole del traffico danneggio e mostro di disprezzare il prossimo», ha affermato il predicatore della Casa Pontificia. Il discorso è più ampio: «Si deve andare alla scoperta dell’»obbedienza essenziale»», dalla quale scaturiscono tutte le altre forme di obbedienza, compresa quella alle autorità civili. «C’è infatti un’obbedienza che riguarda tutti – superiori e sudditi, religiosi e laici – che è la più importante di tutte, che regge e vivifica tutte le altre, e questa obbedienza non è l’obbedienza dell’uomo all’uomo, ma l’obbedienza dell’uomo a Dio», spiega il religioso.

 

E ricorda che «all’origine di tutte le disobbedienze c’è una disobbedienza a Dio e all’origine di tutte le obbedienze c’è l’obbedienza a Dio. L’obbedienza spirituale a Dio non distoglie dall’obbedienza all’autorità visibile e istituzionale ma al contrario la rinnova, la rafforza e la vivifica». Pertanto l’obbedienza agli uomini diventa «il criterio per giudicare se c’è o meno, e se è autentica, l’obbedienza a Dio».

 

Ad esempio, per i religiosi, se non obbedisci al superiore che vedi come puoi dire di obbedire a Dio che non vedi? «Obbedire solo quando ciò che il superiore dice corrisponde esattamente alle nostre idee e alle nostre scelte, non è obbedire a Dio, ma a se stessi», conclude padre Cantalamessa, «non è fare la volontà di Dio ma la propria volontà».

VaticanInsider

19 Marzo 2018 | 07:30
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