Camperio (Ticino): la casa per gruppi «La Montanina» guarda al dopo-pandemia

Non nasconde la sua preoccupazione per il futuro della «Montanina », Corinna Franchi-Stornetta, da 15 anni presidente della cooperativa «La Favilla» che gestisce la storica casa di vacanza per gruppi. «Negli ultimi anni abbiamo intensificato l’impegno per dare visibilità alla casa non solo in Ticino, ma anche in Svizzera interna, grazie in particolare all’aiuto di giovani leve che si sono indirizzate verso i nuovi canali digitali. La casa dispone di un centinaio di letti, di grandi spazi interni e di un grande giardino cintato. Inoltre – precisa Corinna – l’essere inserita in un contesto naturale come quella della valle di Blenio ne fanno una meta apprezzata per molti gruppi, anche sportivi: chi soggiorna da noi si dice contento dell’esperienza: sia d’estate che d’inverno». E proprio la stagione invernale ha recentemente registrato una sensibile impennata vista la vicinanza al nuovo Centro di Sci Nordico realizzato a Campra, un tiro di schioppo dalla Montanina. Uno sforzo che stava iniziando a dare i suoi frutti. Prima dell’affacciarsi della pandemia di coronavirus, le previsioni d’occupazione della casa erano molto buone. Poi sono arrivati gli annullamenti. La casa, sorta negli anni ›70 su iniziativa delle donne dell’Unione femminile cattolica ticinese per offrire una vacanza in montagna a chi non poteva permettersela e dare un tetto alle loro tante iniziative e che negli anni ha ospitato generazioni di bambini durante i mesi estivi, una decina di anni fa è stata oggetto di un importante ristrutturazione che ha dotato la casa di una moderna cucina di tipo industriale, un tetto nuovo e numerosi altri piccoli interventi per adattarla agli standard moderni. «Ora – racconta Corinna Franchi-Stornetta – sono in programma altri interventi, per i quali è in corso una raccolta fondi. In previsione vi sono il rinnovamento dei servizi igienici e quello delle docce, attualmente insufficienti per i posti a disposizione e vorremmo anche rendere più accessibile la casa alle persone con mobilità ridotta». Progetti fioriti sull’onda della buona occupazione degli ultimi anni e ora resi più incerti dalla pandemia di coronavirus di cui nessuno al momento è in grado di prevedere l’andamento. «La preoccupazione è grande ma non ci perdiamo d’animo. Cerchiamo di essere ancora più rigorose nella gestione della casa e di assumerci in proprio alcune mansioni di pulizia e manutenzione in modo da non gravare sul bilancio, ma ci sono del- La struttura, inaugurata, nel 1968, si sta passo dopo passo rinnovando per adattarsi alle esigenze attuali. le spese fisse che rimangono». Ma anche su queste buone intenzioni pesa il cambiamento sociale intervenuto in questi ultimi anni. La conduzione della struttura, infatti, si è sempre sostenuta ed appoggiata sul volontariato delle donne dell’Unione Femminile: c’era chi stirava, chi puliva, chi cucinava, chi rassettava: in cambio di qualche giorno di vacanza in compagnia alla Montanina. Oggi la realtà è molto cambiata. Le donne che sempre si sono messe a disposizione sono ormai anziane e quelle più giovani o lavorano fuori casa o hanno una diversa idea di servizio. La speranza ora, è che, come la colonia Piccolo Principe (vedi articolo sopra), anche altri gruppi decidano, malgrando le difficoltà e i timori, di non rinunciare a trascorrere qualche giorno alla Montanina. «Lo spazio a disposizione è molto e diamo la massima libertà di gestirlo secondo le proprie necessità e le nuove esigenze dettate dal coronavirus», sottolinea Corinna Franchi-Stornetta. Info: www.lamontanina.ch.

Katia Guerra

10 Agosto 2020 | 06:26
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