Brasile: preoccupazione della Chiesa per l’uccisione di un capo indigeno

La Chiesa brasiliana, attraverso due distinti comunicati del Consiglio indigenista missionario (Cimi) e della Commissione per la Pastorale della terra (Cpt), esprime la sua profonda preoccupazione per l’assassinio, avvenuto nel fine settimana, del capo indigeno Emira Wajãpi del popolo Wajãpi, nello Stato dell’Amapá, in un clima di crescente isolamento di tali popolazioni, in seguito ad alcune dichiarazioni del presidente Bolsonaro. Il leader, che guidava quaranta comunità, è rimasto ucciso in uno scontro provocato da un gruppo di garimpeiros (i cercatori d’oro e pietre preziose), che hanno occupato le terre indigene. Il Cimi, in particolare, afferma che «i discorsi di odio e l’aggressività del presidente Bolsonaro e di altri membri del suo governo sono serviti come combustibile e stimolo all’invasione, attraverso azioni territoriali violente contro i popoli indigeni del nostro Paese». Prosegue la nota: «Speriamo che gli organi e le autorità pubbliche prendano provvedimenti urgenti, strutturali e non legati a ideologie politiche per identificare e punire, nei modi previsti dalla legge i responsabili dell’attacco ai Wajãpi. Ci aspettiamo, inoltre, che il Governo Bolsonaro adotti provvedimenti ad ampio raggio per combattere l’invasione di terre indigene nel Paese». Infine, Cimi chiede che il Presidente Bolsonaro rispetti la Costituzione brasiliana cessi immediatamente di fare discorsi pregiudiziali e razzisti e aggressivi contro i popoli originari e i loro diritti». Anche la Commissione per la pastorale della terra ritiene «gravissimi» l’attentato e l’invasione violenta da parte di un gruppo di cinquanta garimpeiros, che ha sparato all’impazzata in mezzo alla foresta e chiede alle autorità competenti «un’azione incisiva e immediata da parte del Governo, mirante all’arresto degli invasori e alla protezione della popolazione di Wajãpi».

(AgenSir)

30 Luglio 2019 | 11:16
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