Bergoglio: un po’ di «violenza buona» per riformare i media vaticani

Quella dei mass media vaticani è una riforma «irreversibile», che non serve a «imbiancare un po’ le cose» e che va fatta «con intelligenza, con mitezza», ma «permettetemi la parola» con «un po’ di violenza buona»: lo ha detto il Papa ricevendo la Segreteria per la Comunicazione, guidata da monsignor Dario Viganò , che in questi giorni sta svolgendo la sua prima assemblea plenaria. Francesco, che ha sottolineato tra l’altro come L’Osservatore Romano «dovrà trovare una modalità nuova e diversa, per poter raggiungere un numero di lettori superiore a quello che riesce a realizzare in formato cartaceo» e la Radio Vaticana non ha dimesso le onde corte preziose per paesi a bassa disponibilità tecnologica come quelli africani, ha invitato tutti a un «grande gioco di squadra per meglio rispondere alle nuove sfide comunicative che la cultura oggi ci domanda, senza paure e senza immaginare scenari apocalittici».

«Questo Dicastero, che compirà due anni il prossimo 27 giugno – due candele – si presenta in piena riforma», ha detto Jorge Mario Bergoglio. «E non dobbiamo avere paura di questa parola. Riforma non è «imbiancare» un po’ le cose: riforma è dare un’altra forma alle cose, organizzarle in un altro modo. E si deve fare con intelligenza, con mitezza, ma anche, anche – permettetemi la parola – con un po’ di «violenza», ma buona, della buona violenza, per riformare le cose! In questo caso, infatti, non si tratta di un coordinamento o di una fusione di precedenti dicasteri, ma di costruire una vera e propria istituzione ex novo», ha proseguito il Papa citando il Motu proprio istitutivo del Dicastero.

Il nuovo sistema comunicativo, ha sottolineato il Papa, «nasce dall’esigenza della cosiddetta «convergenza digitale». Infatti, nel passato ogni modalità comunicativa aveva i propri canali. Ogni forma espressiva aveva un proprio medium: le parole scritte il giornale o i libri, le immagini le fotografie e quelle in movimento il cinema e la televisione, le parole parlate e la musica la radio e i CD. Tutte queste forme di comunicazione oggi sono trasmesse con un unico codice che sfrutta il sistema binario. In questo quadro, dunque, L’Osservatore Romano, che – ha precisato il Papa – dal prossimo anno entrerà a far parte del nuovo dicastero, dovrà trovare una modalità nuova e diversa, per poter raggiungere un numero di lettori superiore a quello che riesce a realizzare in formato cartaceo. Anche la Radio Vaticana, da anni diventata un insieme di portali, va ripensata secondo modelli nuovi e adeguata alle moderne tecnologie e alle esigenze dei nostri contemporanei. A proposito del servizio radiofonico, mi preme sottolineare lo sforzo che il dicastero sta compiendo nei confronti dei Paesi a bassa disponibilità tecnologica (penso ad esempio all’Africa) per la razionalizzazione delle Onde Corte che – ha puntualizzato il Papa confermando quanto affermato nel recente passato da padre Federico Lombardi – non sono state mai dismesse. Tra qualche mese anche la Libreria Editrice Vaticana, l’antica Tipografia Poliglotta Vaticana e, come dicevo, L’Osservatore Romano entreranno a far parte della grande comunità di lavoro del nuovo dicastero, e questo richiederà la disponibilità ad armonizzarsi con il nuovo disegno produttivo e distributivo».

La storia, ha detto Francesco, «è, indubbiamente, un patrimonio di esperienze preziose da conservare e da usare come spinta verso il futuro. Diversamente essa si ridurrebbe a un museo, interessante e bello da visitare, ma non in grado di fornire forza e coraggio per il proseguimento del cammino. In questo orizzonte di costruzione di un nuovo sistema comunicativo, va collocato inoltre l’impegnativo sforzo di formazione e di aggiornamento del personale. Cari fratelli e sorelle, il lavoro che vi aspetta è ampio e articolato. Con il contributo di ciascuno, si porterà a compimento questa riforma che, «valorizzando quanto nella storia si è sviluppato all’interno dell’assetto della comunicazione della Sede Apostolica», è ordinata a «una integrazione e gestione unitaria», ha proseguito il Papa citando lo statuto della Segreteria per la Comunicazione. «Vi incoraggio pertanto a lavorare nelle commissioni di studio, con analisi dettagliate e, una volta individuati i percorsi, a decidere e procedere coraggiosamente secondo i criteri scelti. Vi chiedo inoltre che il criterio-guida sia quello apostolico, missionario, con una speciale attenzione alle situazioni di disagio, di povertà, di difficoltà, nella consapevolezza che anche queste oggi vanno affrontate con soluzioni adeguate. Così diventa possibile portare il Vangelo a tutti, valorizzare le risorse umane, senza sostituirsi alla comunicazione delle Chiese locali e, al tempo stesso, sostenendo le comunità ecclesiali che più hanno bisogno».

«Non lasciamoci vincere dalla tentazione dell’attaccamento a un passato glorioso», ha detto il Papa, «facciamo invece un grande gioco di squadra per meglio rispondere alle nuove sfide comunicative che la cultura oggi ci domanda, senza paure e senza immaginare scenari apocalittici».

La prima plenaria della Segreteria per la Comunicazione, dicastero istituito da Francesco con Motu proprio del 27 giugno 2015, è iniziata oggi e si conclude domani. Le realtà coinvolte in tale processo sono: Centro Televisivo Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, L’Osservatore Romano, Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, Radio Vaticana, Sala stampa della Santa Sede, Servizio fotografico, Servizio Internet Vaticano e Tipografia vaticana. Il Dicastero è guidato da Dario Edoardo Viganò, prefetto, e monsignor Lucio Adrian Ruiz, segretario. Superiori sono Paolo Nusiner (direttore generale), Giacomo Ghisani (vice direttore generale), Nataša Govekar (direttore della direzione teologico-pastorale), Francesco Masci (direttore della direzione tecnologica), Greg Burke e Paloma García Ovejero (direttore e vice-direttore della Sala stampa della Santa Sede). Ancora vacante la direzione editoriale. In coincidenza con la plenaria è nato un piccolo sito web di presentazione del dicastero, Comunicazione.va, in cui è facile reperire tutte le informazioni che riguardano la Segreteria: il Motu Proprio di papa Francesco con cui è stata istituita, lo statuto, la struttura, gli interventi. «Una pagina web di servizio – ha precisato Dario Edoardo Viganò – da non confondere, però, con il portale d’informazione della Santa Sede che vedrà la luce nei prossimi mesi».

(Iacopo Scaramuzzi / Vatican Insider)

5 Maggio 2017 | 07:15
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