Aprono in Vaticano gli archivi relativi a Pio XII

«La Chiesa non ha paura della storia, ma affronta la valutazione degli studiosi con la certezza che sia compresa la natura del suo operato».

Ha esordito il cardinale Josè Tolentino de Mendonça, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa. Infatti «mettendo a disposizione degli studiosi questo ‘corpus’ di documenti , la Chiesa segue una linea di secolare condivisione con gli studiosi senza preclusioni ideologiche, di fede o nazionalità. Tutti sono benvenuti». «La Santa Sede apre all’attenzione degli studiosi gli Archivi di un pontificato decisivo per la storia della Chiesa e del mondo«, ha aggiunto il porporato ricordando che «l’apertura è un processo lungo e delicato, che prevede il dare ordine ai documenti, la verifica dell’inventariazione, il numerare e catalogare, un lavoro complesso durato anni».

Al centro dell’attenzione degli studiosi vi potranno essere «il periodo bellico e il faticoso dopoguerra della contrapposizione tra due blocchi: ma al centro c’è sempre il Papa», ha precisato, «e con lui la Chiesa cattolica con le sue articolazioni e le sue opere».

Il pontificato di Pio XII è il «più lungo del ‘900 dopo quello di San Giovani Paolo II», ha osservato Tolentino rispondendo ai giornalisti. In esso «sicuramente il dramma della questione ebraica e della Shoah è molto rappresentato, ma anche tante altre questioni della vita interna della Chiesa, dei rapporti con gli Stati, della ricostruzione del dopoguerra».

Il prefetto dell’Archivio apostolico, il vescovo Sergio Pagamo, ha sottolineato che già sono giunte richiesta da storici di parte ebraica. »Sì, diverse – ha precisato ai cronisti -. I primi frequentatori, il 2 marzo, saranno quelli del Museo dell’Olocausto, studiosi di Washington. E poi verranno ebrei di Roma, della Comunità romana e poi verranno studiosi di singole università. Abbiamo un buon numero di ebrei che naturalmente sono molto interessati. È ovvio». Finora gli iscritti sono più di 150 in totale, «di tutti i Paesi del mondo», ma «noi possiamo ammettere un massimo di 60 studiosi al giorno, compresi quelli che studiano altre epoche e non quella di Pio XII. Quindi prevediamo che avremo un anno di lavoro molto pesante, molto pieno».

Pagano con un filo di ironia ha confessato anche di «temere» che «presto» usciranno opere a partire dai documenti che si stanno aprendo ora, «perché la voglia di alcuni studiosi poco preparati, e sono sempre numerosi, che vengono in archivio per fare uno scoop e farsi passare per scopritori magari di qualche cosa che somiglia all’acqua calda, ci sarà». «Uno studioso serio – ha aggiunto – dovrà preventivare per lo meno dieci anni di studio».

Infine una precisazione. Rimarranno riservati, in virtù della legge vaticana, gli archivi del Conclave del ’39, quello che elesse Papa Pacelli, come pure avviene per quelli riguardanti le cause matrimoniali e i processi delle nomine episcopali».

28 Febbraio 2020 | 11:57
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