Internazionale

Anche il presepe patrimonio culturale dell'umanità? L'opinione

Papa Francesco ha recentemene firmato una Lettera apostolica «sul significato e il valore del presepe», e ne siamo lieti. In alcuni Paesi, ha avuto luogo un processo malvagio contro il presepe natalizio, che alcuni hanno cercato di bandire dallo spazio pubblico in nome del principio della laicità. Naturalmente, tutto dipende da cosa si è riversato in un simbolo. L’inventore del presepe, San Francesco (XIII secolo), non aveva altro obiettivo che risvegliare la pietà dei fedeli. Farne il segno di una delimitazione dell’identità è un’appropriazione indebita di cui tutte le religioni, e tutte le credenze, possono cader vittima. 

Tuttavia, in questi tempi di globalizzazione dello scambio di beni e idee, il presepe potrebbe inserirsi in modo abbastanza naturale nell’elenco di ciò che l’Unesco definisce «patrimonio culturale immateriale” dell’umanità; un’estensione del concetto di patrimonio mondiale delle tradizioni culturali e non più solo degli edifici e dei siti naturali. Così, il canto bizantino è appena stato iscritto nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale insieme ad altre 41 pratiche come l’alpinismo!

La nozione di patrimonio culturale immateriale è recente. È apparsa negli anni ’90, dopo raccomandazioni sulla protezione delle culture tradizionali, e come contrappunto al patrimonio mondiale rivolto principalmente agli aspetti materiali della cultura. Nel 1997, il concetto si è esteso persino al «patrimonio orale dell’umanità», i cui capolavori dovevano essere «protetti», specialmente se minacciati. 

Continua a leggere la riflessione su AsiaNews di Fady Noun.

16 Dicembre 2019 | 13:40
Tempo di lettura: ca. 1 min.
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